Lecce: il Filobus è una ferita del passato in attesa di una visione di città

La vicenda “filobus” a Lecce è impressa nella memoria storica della città come una ferita aperta. Una vicenda che portò anche la stessa parte politica dell’attuale sindaca a definire il filobus “un danno permanente per la città”, con le parole dell’ex sindaco Paolo Perrone, quando decise di costituirsi parte civile per il Comune di Lecce. Tuttavia, il filobus è un’infrastruttura esistente nel tessuto urbano impossibile da rimuovere, e che, mentre in altri contesti è funzionale e coerente perché messa a sistema con una rete di mobilità urbana e interurbana, a Lecce ha prodotto solo perdite di esercizio, per le lacune con le quali è stata pensata e per la sua inadeguatezza, la struttura ad oggi necessita di adeguamenti importanti e della sostituzione della flotta ormai obsoleta. Per potenziare e adeguare la mobilità della città, sia quella collettiva e dolce che quella automobilistica, è fondamentale una visione complessiva a partire dall’idea della costituzione di un’area vasta di Lecce, già approvata all’unanimità in consiglio comunale nel 2023 e firmata dall’attuale sindaca Poli Bortone. La realizzazione di un’area vasta ed un conseguente trasporto pubblico locale condiviso con i comuni che vi insistono, rappresenta il necessario punto di partenza per portare il capoluogo nel futuro, rendendolo raggiungibile in maniera veloce, efficace e soprattutto pubblica. L’obiettivo, infatti, deve essere quello della riduzione della pressione automobilistica in città sia riducendo l’utilizzo dell’auto per gli spostamenti interni che -e soprattutto- riducendo l’ingresso delle circa 100000 auto al giorno che entrano dalle aree limitrofe e dalla provincia. Non è il momento di guerre ideologiche ma di una riflessione su una Lecce città metropolitana, la sua mobilità interurbana e la intermodalità, coinvolgendo le parti politiche, gli esperti ed i comuni limitrofi con l’obiettivo di soddisfare le esigenze reali del territorio in un rinnovato concetto di spostamento che non consideri solo l’auto privata. Senza questo dibattito la spesa di ulteriori (e tanti) fondi pubblici, come quelli richiesti dalla delibera di finanziamento oggetto del referendum abrogativo sarebbe uno spreco dannoso per la città. Per la seconda volta. La città di Lecce oggi non ha bisogno di rivalse sui progetti passati né di battaglie pregiudiziali. Lecce ha oggi più che mai bisogno di condividere una visione di città, che la consideri epicentro di innovazione e di guida nella programmazione e progettazione del territorio.
 
 
Sinistra Italiana AVS
Circolo di Lecce
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