La memoria è uno dei valori indispensabili di una comunità. E ricordare il passato è una questione di stile non solo di memoria e di coscienza. La rimozione di una targa che ricordava una bimba deceduta prematuramente in un terribile incidente stradale e di una giostrina inclusiva riservata ai diversamente abili fa divampare la polemica.
Un post su facebook del consigliere regionale Cristian Casili suscita l'indignazione di una comunità intera. "Che le mie posizioni politiche, visceralmente antifasciste, siano agli antipodi di quelle del sindaco di Nardò e della sua amministrazione, è noto a tutti. Però, e lo dico con il cuore, non avrei mai voluto scrivere questo post. Commentare la vicenda che riguarda la rimozione di una semplice altalena per disabili e la “scomparsa” di una targa che ricordava una bimba morta prematuramente in un terribile incidente stradale.
La bimba si chiamava Viola ed era la mia bambina. Ma poteva essere la figlia di chiunque, il problema riguarda l’assenza di una parola che trascende la politica, una parola sempre più obsoleta e in disuso (anche se riguarda la principale necessaria caratteristica della specie animale chiamata uomo): l’umanità. L’altalena invece, fu voluta da una parte della comunità neretina, e fu realizzata con il contributo economico volontario di quella parte di comunità, me compreso.
Era una “giostrina inclusiva”, così fu chiamata. Fu montata in Santa Maria al Bagno, nella piazzola che si affaccia sulla spiaggia. Nella prima foto la sua inaugurazione. Dietro a uno dei sedili fu messa la targa in memoria della mia Viola. È stata rimossa in seguito ai lavori di rifacimento della piazzola e mai più rimessa al suo posto. È riapparsa in un terreno privato alla periferia di Nardò munita del suo tappeto antitrauma originario, ma senza la targa in memoria della mia Viola (come si vede nella seconda foto). Uno dei donatori ai quali si deve la originaria messa in opera della altalena, ha così scritto al Comune, chiedendo notizie e richiedendo, contestualmente, l’accesso agli atti.
La lapidaria risposta del Comune parla dello stazionamento dell’altalena “presso un deposito (…) si sta valutando dove poterla allocare”. E quella che era stata “allocata” in un terreno privato? È scomparsa tanto misteriosamente quanto fosse apparsa. In seguito alla lettera di richiesta comunicazioni del cittadino, ovviamente. La targa apposta in memoria di mia figlia e rimossa da uno dei sedili dell’altalena, evidentemente, attende anche lei “allocazione”. E così vi ho raccontato una ordinaria storia di miseria umana. Mi vergogno per loro".