Nardò Basket, l’ora più buia: tra incertezza, speranza e la chiamata del popolo granata

Il tempo stringe, inesorabile. Dopo la dolorosa retrocessione in Serie B, il Nardò Basket si trova davanti a uno dei momenti più delicati e drammatici della sua storia recente. Un crocevia dal quale si può uscire soltanto con coraggio, visione e unità.

All’orizzonte incombe una scadenza decisiva: nei primi giorni di luglio dovrà essere perfezionata l’iscrizione al prossimo campionato di Serie B. Un atto formale solo all’apparenza, ma che cela dietro di sé una fitta rete di equilibri economici e scelte strategiche da prendere senza indugi.

Per i soci Tommaso Greco, Cesare Barbetta, Marco Papadia, Alberto Calderoni e Mimmo Carone si tratta di chiudere l’esercizio in corso e onorare eventuali debiti residui. Il presidente Tommaso Greco, figura chiave del recente cammino granata, secondo fonti bene informate, avrebbe espresso la volontà di continuare a investire, ma la sua disponibilità non può e non deve restare isolata. Serve, ora più che mai, una risposta concreta dal tessuto imprenditoriale della città, da chi come lui ha amato e ama questo sport. Da chi, come lui, comprende quanto sia importante non disperdere un patrimonio costruito con fatica, passione e competenza.

Eppure, il silenzio che aleggia in questi giorni ha un suono fin troppo assordante. La paura che il Nardò possa scomparire dalla geografia del basket nazionale è più concreta di quanto si voglia ammettere. Dopo quattro anni intensi e appassionanti sui prestigiosi parquet della Serie A2, il rischio è che il grande basket abbandoni definitivamente il Pala “Andrea Pasca” o il San Giuseppe di Lecce, lasciando una ferita profonda nel cuore della comunità neretina.

Intanto, una proposta di acquisizione del titolo sportivo è già arrivata da Monopoli. Un’eventualità che, se concretizzata, avrebbe il sapore amaro di un addio anticipato. Un colpo al cuore per una piazza che in questi anni ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per vivere da protagonista nel panorama cestistico italiano.

Intanto Russ Smith, beniamino della tifoseria granata, sarebbe approdato in quel di Ruvo di Puglia. Il bomber statunitense nelle ultime due stagioni a Nardò (24,5 punti e 2,1 assist nel 2024-2025) resterà nella stessa regione accasandosi nelle file della matricola fresca di promozione in serie A2.

Tornando a Nardò non tutto è perduto. C’è movimento, fermento, voglia di reagire. Soprattutto dal basso. I tifosi, feriti ma non rassegnati, si stanno attivando per dare un segnale forte. È stata lanciata una proposta concreta di azionariato popolare, un modello virtuoso già adottato con successo in altre città italiane ed europee, che ha l’obiettivo di affiancare e rafforzare la proprietà, non solo economicamente, ma anche in termini di idee, competenze e legame con il territorio.

L’iniziativa è scaturita da una lettera toccante, vibrante di orgoglio e senso d’appartenenza, rivolta a ogni tifoso granata:

“Siamo di Nardò e il nostro simbolo è il TORO. I tori, quando sono sfidati, trovano energie inespresse che ne alimentano la rincorsa. Così dovremmo agire.”

Non è un addio, ma un richiamo. Un appello a rialzarsi subito, con lucidità e determinazione. Il progetto prevede una struttura di partecipazione modulare, con quote annuali accessibili – da 500 a 1.000 euro – e l’istituzione di un’associazione formale, dal nome carico di significato: “Nel ricordo di Andrea”, in onore di Andrea Pasca, anima e guida indimenticata del basket neretino. Un nome che riassume, da solo, l’identità di un’intera comunità sportiva.

Questa chiamata collettiva è rivolta a chi, dal 18 maggio scorso, ha il cuore appesantito da pensieri e rimpianti. A chi ha vissuto anni straordinari, tra promozioni, salvezze epiche e sfide avvincenti. A chi non vuole che quella storia, così intensamente vissuta, venga cancellata con un tratto di penna.

Il presidente Greco, in una recente intervista, ha mostrato sincerità e consapevolezza: ha ammesso errori, ma ha anche lasciato intravedere una volontà chiara di proseguire un cammino, a patto che ci sia una condivisione reale, una nuova alleanza tra chi ha a cuore i colori granata.

Il Nardò Basket può ancora salvarsi. Ma non lo farà da solo.

Non è più tempo di attendere, di rimandare, di sperare che “qualcuno” si muova. Quel qualcuno siamo noi. È il momento di scegliere se vogliamo restare spettatori o se vogliamo diventare protagonisti di una rinascita. Di questa storia, che è la nostra storia.

Io ci sono. E tu?

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