In una Puglia che continua a vivere il basket con passione, le due principali realtà regionali si trovano in fasi opposte del proprio percorso. Brindisi rilancia con la conferma di Marco Esposito e sogna un colpo come Aristide Mouaha. A Nardò, invece, si apre una fase di rifondazione dopo una stagione deludente culminata con la retrocessione in Serie B.
Brindisi: conferma importante per lo staff tecnico
La Valtur Brindisi ha ufficializzato il rinnovo biennale del contratto con Marco Esposito, vice allenatore che affiancherà nuovamente coach Piero Bucchi sulla panchina biancoazzurra. L’accordo prevede clausole d’uscita bilaterali al termine del primo anno, che però decadrebbero automaticamente in caso di promozione in Serie A. Una scelta che sottolinea la volontà del club di puntare sulla continuità e su uno staff tecnico esperto e ambizioso.
Nato a Brindisi nel 1987, Esposito ha maturato un ricco percorso professionale: ha fatto parte dello staff dell’Olimpia Milano per dieci stagioni, collaborando con tecnici del calibro di Banchi, Pianigiani, Scariolo e Messina, conquistando tre Scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe e raggiungendo le Final Four di Eurolega nel 2021. A Brindisi ha già vissuto stagioni significative dal 2014 al 2017 e ha fatto parte anche del coaching staff della Nazionale Italiana. Più recentemente ha contribuito alla qualificazione della Nazionale Georgiana a EuroBasket 2025.
Mercato: Mouaha nel mirino
Tra i profili seguiti con interesse da Brindisi c’è Aristide Mouaha, guardia classe 2000, protagonista nella scorsa stagione con la maglia dell’HDL Nardò Basket. Il camerunense naturalizzato italiano ha mostrato qualità e fisicità, attirando l’attenzione di diversi club. Mouaha era arrivato a Nardò nell’estate 2024, convinto dal progetto tecnico. Tuttavia, la stagione si è rivelata ben al di sotto delle aspettative, culminando con la retrocessione in Serie B. Il futuro del giocatore è ora incerto, ma Brindisi potrebbe rappresentare un’opportunità di rilancio in una piazza ambiziosa.
Nardò retrocede e riparte: riorganizzazione e sogni di comunità
La retrocessione in Serie B ha segnato duramente l’ambiente neritino. La stagione 2024/25, iniziata con obiettivi di consolidamento, si è conclusa con una delusione sportiva e ora il Nardò Basket si trova a ripensare completamente la propria struttura tecnica e dirigenziale. La società, già al centro di una ristrutturazione con il cambio di proprietà nel 2023 e nuovi ingressi societari nel 2024, è ora chiamata a ricostruire. Al centro del progetto, la volontà di consolidare una base solida, con una governance sostenibile e aperta alla partecipazione. Gli errori commessi nella stagione appena conclusa sono stati diversi. il giocatore statunitense Trayvon Croft, ingaggiato in estate lasciò l’Italia senza alcuna autorizzazione da parte del club. Il Nardò tornò subito sul mercato per trovare un degno sostituto. Avery Woodson si è dimostrato all'altezza del ruolo almeno fino alla tegola del suo infortunio, un giocatore generoso e di sistema sostituito giocoforza da Russ Smith, uno straordinario solista ma una scelta che ha finito per modificare, forse irreparabilmente, i delicati equilibri all'interno del team. Diverse inoltre le scommesse perdute e i giocatori che hanno avuto un rendimento alterno nel corso dell'anno. E l'elenco è lungo. Il mercato di riparazione e l'innesto ad esempio di Pagani e dell'esperto Giuri non ha sortito quel cambio di passo atteso dai più. Adesso è il momento di metabolizzare l'amarezza della retrocessione ma anche di resettare l'accaduto per poter pianificare un'annata che possa riportare il sodalizio granata nei quartieri che contano. Non sarà certamente facile.
Il sogno dell’azionariato popolare
In questo scenario di ripartenza, prende corpo anche l’ipotesi di un azionariato popolare, un modello che affida parte del capitale sociale a tifosi e sostenitori. Non è ancora una proposta ufficiale, ma nella città c’è chi guarda a esempi virtuosi di coinvolgimento diretto della comunità (Si pensi ad esempio alla vicina New Basket Brindisi) come chiave per rilanciare la squadra e restituirle un’identità forte.
Da una parte Brindisi, con la riconferma di uno staff tecnico vincente e l’interesse per talenti emergenti come Mouaha. Dall’altra Nardò, costretta a ripartire dalla Serie B, ma determinata a trasformare una retrocessione in un’occasione di rinnovamento e appartenenza. Come dire che il basket pugliese sta cambiando pelle, ma resta al centro del movimento nazionale.