Nardò: abuso d'ufficio, indagato il primo cittadino Pippi Mellone con altri 21 fra assessori, consiglieri e dirigenti

I media locali e regionali hanno diffuso la notizia riguardante il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, che è indagato per abuso d’ufficio insieme con altre 21 persone, tra cui un assessore, un dirigente pro-tempore e consiglieri comunali di maggioranza, per avere eletto presidente del collegio dei revisori, in violazione dello statuto comunale, un professionista che era stato candidato in una lista di Mellone alle passate amministrative.

 

"Il sindaco e gli altri hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini. Secondo la Procura di Lecce, gli indagati avrebbero procurato un ingiusto vantaggio, cioè un compenso annuo di 28mila euro, ad Alessandro Sanasi (che non è indagato), eleggendolo presidente del collegio. Gli indagati avrebbero successivamente modificato la norma dello Statuto che escludeva la possibilità di eleggere una persona che era stata candidata, nel tentativo di sanare la situazione". 

Il ruolo di revisore - come sicuramente sapranno la gran parte dei nostri lettori - è una figura di terzietà che ha compiti di controllo e di revisione economico-finanziaria dell’attività amministrativa e della contabilità  di bilancio del comune. Tale contabilità viene effettuata da revisori dei conti esterni. Si tratta di esperti ufficialmente abilitati. Nei comuni con una popolazione inferiore ai 15.000 abitanti la revisione economico-finanziaria è affidata ad un unico revisore, mentre nei comuni con più abitanti (come Nardò) viene svolta da un collegio di tre revisori. 

Il revisore nonche' qualsiasi persona fisica in grado di influenzare direttamente o indirettamente l'esito della revisione legale, devono essere indipendenti dalla societa' o dall'ente sottoposto a revisione e non devono essere in alcun modo coinvolti nel suo processo decisionale. Questo semplicemente per evitare una iattura: che controllore e controllato coincidano. La regola dello Statuto che vietava la nomina di chi si era candidato, era regola di buon senso ma soprattutto di trasparenza e garanzia soprattutto per gli azionisti del municipio che sono i cittadini. Che forse non andava modificata. E che andrebbe rapidamente reintrodotta.

Ebbene, se al signor sindaco ed al suo esecutivo spettano i poteri di amministrazione, al Consiglio comunale competono gli atti fondamentali di indirizzo, programmazione e pianificazione, di controllo e di verifica. I consiglieri comunali - verrebbe da dire - ne sono a conoscenza o lo ignorano? Eppure il ruolo del consigliere comunale resta un ruolo di grande rilievo, non solo poteri di indirizzo ma soprattutto di controllo politico-amministrativo dell’ente locale. 

Infine due parole sullo Statuto, volendo fare un paragone è un pò come la nostra Costituzione, rappresentando come si evince dallo stesso "Lo strumento che stabilisce i principi di organizzazione e funzionamento dell'Ente, le garanzie delle minoranze, le forme di partecipazione popolare, l'articolazione del Comune, le modalità di accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi". Modificare lo Statuto nel nostro piccolo, sempre a mio modesto parere, è un pò come modificare la nostra Costituzione.

La giustizia farà sicuramente il suo corso, sarebbe opportuno però, a mio avviso, una riflessione profonda rispetto ai principi di democrazia e di garanzia alla base del confronto politico.  Ma anche rispetto ai ruoli del Consiglio, dell'esecutivo e del primo cittadino. Non credo ammissibile un percorso all'insegna dell'uomo solo al comando. Un uomo solo, per quanto camaleontico o trasformista come Mellone (Ieri con Emiliano e col PD, oggi con la Lega, domani con FDL) rischia di trovarsi alla guida di un’armata brancaleone. "Gli uomini soli al comando comandano poco e restano soli".

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