I dolori del giovane Werther: "... cementificare che passione! Nardò in Puglia seconda solo a Palo del Colle, con buona pace per le gaffes di Giuranna..."

Patetica figura dell'assessore all'urbanistica del Comune di Nardò. Il Quotidiano di Lecce ha dedicato ampio spazio al periodico rapporto dell'Ispra, divulgato dallo SNPA, sul consumo del suolo in Italia; la situazione è, come sempre negli ultimi anni, molto preoccupante. Il consumo del suolo cresce, nonostante la pandemia, e la conseguente battuta d'arresto dell'economia e nonostante l'accentuato calo della popolazione.

 

Il suolo coperto da asfalto, mattoni e costruzioni varie è cresciuto, a livello nazionale di quasi 70 km2 nel 2021; quindi 21.500 km2 del suolo nazionale sono ricoperti di cemento e gli edifici ricoprono il 25% (pari a5.400 km2) dell'intero suolo consumato. Tutti i dati sono facilmente reperibili sull'EcoAtl@nte dell'ISPRA.

Un danno ambientale ingiustificato, da ogni punto di vista, in cui la Puglia si distingue con tanti saluti alle vuote dichiarazioni delle presidenze, Vendola ed Emiliano, che si sono avvicendate negli ultimi 20 anni. Non poteva mancare in questo vero e proprio sacco del territorio la Nardò dei records melloniani; il primo centro per abitanti della provincia di Lecce si classifica seconda nella regione dopo Palo del Colle e trentatreesima a livello nazionale con 19,26 ettari di terreno cementificato. Il 14,06% del suolo devastato nella provincia di Lecce, dati inoppugnabili e certificati da solide basi scientifiche, al contrario di quelli ogni tanto sbandierati da associazioni “benevole”.

Di fronte a questi dati destano ilarità le dichiarazioni dell'assessore all'urbanistica di Nardò, Giuranna, che ha attribuito questo consumo alle grandi opere in corso come la circonvallazione, la realizzazione di parchi, di parcheggi, di edifici industriali; ciarlando di sostenibilità, di indici percentuali. Pur comprendendo la scarsissima esperienza dell'assessore, messo lì solo per colmare una casella dell'organigramma, sono infondate le sue argomentazioni: ad esempio i lavori della circonvallazione sono fermi da oltre 10 anni, come potrebbe confermare il suo predecessore Tollemeto mandato da Mellone a fare atto di presenza in provincia come aveva già fatto in giunta comunale.

Ma anche la costruzione di parchi è inconsistente come giustificazione dato che il parco all'Incoronata ha sostituito il rudere dell'incompiuto palazzo di città. Mentre i nuovi insediamenti industriali sono probabilmente solo nei sogni dell'assessore perchè alla zona industriale, ma anche in giro per Nardò, ci sono opifici in via di dismissioni. Come anche nessun nuovo intervento di edilizia residenziale pubblica è stato partorito da che Mellone è sindaco.

La realtà è che a Nardò manca un nuovo strumento urbanistico, dopo la farsa lanciata in chiave elettorale prima delle ultime elezioni comunali proprio da Tollemeto, che stabilisca nuovi parametri urbanistici. Regole sopratutto orientate al recupero delle migliaia di metri cubi di edifici abbandonati e che stabiliscano precisi e inderogabili limiti alle costruzioni su nuove porzioni di territorio. Privilegiando ad esempio sopraelevazioni ovunque tecnicamente possibile rimuovendo limiti vecchi di quasi 50 anni.

In conclusione chi conosce la situazione urbanistica della città può soltanto sorridere delle dichiarazioni rilasciate in questa occasione e che indicano una conoscenza molto ma molto approssimativa del settore che non è assolutamente nelle priorità di Mellone e dei suoi. Situazione che si verifica in tanti altri settori che non siano riconducibili al rifacimento di strade e di incroci e di abbattimenti e ricostruzioni e ai relativi appalti.                          
                                                                                                                                                                                                    Werther Messapo

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