Nardò, mega impianto per la plastica, i sindaci pronti a fare le barricate, la consulta per l'ambiente non ne sapeva nulla

Il comune di Nardò è stato il primo, bruciando gli altri sui tempi, ad aderire alla “Manifestazione di interesse finalizzata alla individuazione di aree idonee alla localizzazione di impianti integrati anaerobici/aerobici destinati al recupero della frazione organica dei rifiuti urbani rivenienti dalle raccolte differenziate”.

Come per altro attesta la Pec protocollata il 25 gennaio scorso con cui l’Ente ha aderito alla proposta della Regione. In graduatoria poi il comune si è classificato dopo Soleto, Pulsano, Foggia, Melpignano e Brindisi.

I VANTAGGI FISCALI NON SI BARATTANO CON LA SALUTE - I comuni selezionati, sono stati convocati il 14 giugno ad un confronto negoziale con la Regione e l’Agenzia Territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (AGER); ciò conferma la piena volontà da parte dell’amministrazione Mellone di aderire alla proposta della Regione, poi nella tarda mattinata del 14 si venne a sapere che Soleto avrebbe dovuto accogliere l’impianto di compostaggio per la frazione umida. A Nardò sarebbe stato realizzato un impianto di raccolta e trattamento rifiuti di plastica un impianto ad un tiro di schioppo dalla marina di sant’Isidoro. Falconieri ricorda inoltre che i presunti vantaggi fiscali per chi ospiterà la discarica non possono essere oggetto di baratto con la salute dei cittadini e lo sviluppo turistico che è ormai un processo ampiamente avviato. 

ALTRI SINDACI PRONTI A FARE LE BARRICATE - Una notizia che ha allarmato l’opposizione che ha chiesto la convocazione urgente della commissione ambiente alla quale invitare il commissario dell’Ager Grandaliano ed il Sindaco Mellone. Sulla questione si è espresso anche il Partito democratico che per voce del suo segretario Salvatore Falconieri ha evidenziato innanzitutto l’assoluta inidoneità del sito individuato. Ma anche l’assoluta mancanza di trasparenza, qualsivoglia dialogo e agibilità democratica. Il progetto non è stato portato né in commissione né in consiglio comunale, ma è stato praticamente calato dall’alto. Prima di allocare altre discariche sul territorio sarebbe opportuno chiudere in conti e bonificare quella ferita sempre aperta rappresentata dalla discarica di castellino. Ma anche i sindaci dei comuni vicini, c’è chi non vede di buon occhio un impianto di grandi dimensioni che cozza con l’immagine di un territorio che è naturalmente e tradizionalmente vocato al turismo ed alla salvaguardia del territorio. A breve al sindaco di Nardò verranno recapitate le missive di qualche collega con adeguata richiesta di chiarimenti. Sulla vicenda Giovanni Siciliano ha chiesto al primo cittadino un confronto pubblico. Il consigliere ragionale Casili ha affermato che “Forse occorre pensare a una localizzazione alternativa e si chiede perché puntare su impianti anaerobici di grandi dimensioni con produzione di energia, quando possiamo indirizzarci su strutture aerobiche non inquinanti, magari dimezzando la dimensione. I penta stellati si dicono favorevoli a questo tipo di impiantistica, ma chiedono garanzie adeguate e che si sistemino, una volta per tutte, le criticità ambientali pregresse”.

PENDINELLO, DOPO LA BONIFICA UN'ALTRA DISCARICA - Nei documenti regionali si rileva inoltre, “dalla documentazione inviata dal Comune, che l'area candidata per la localizzazione d dell'impianto ricade nel lotto ove è ubicata una precedente discarica comunale, località Pendinello, interessata da bonifica con finanziamento a valere sui fondi del POR 2000-2006 e che nelle tavole tematiche territoriali non sono dettagliati tutti gli elementi necessari per la valutazione, la Commissione, ritiene di chiedere informazioni e chiarimenti in riferimento: al completamento della bonifica dell'area della ex discarica comunale, alla effettiva localizzazione della ex discarica all'interno dell'area di 94.500 mq proposta; alla localizzazione effettiva dell'impianto (della dimensione minima di 20.000 mq) all'interno dell'area di estensione 94.500 mq proposta; agli aspetti anemometrici e alla localizzazione di punti di approvigionamento idrico a scopo potabile ai sensi dell'art . 94 del D. lgs 152/2006 e s.m.i. La Commissione ritiene che il Comune debba fornire tali informazioni attraverso la presentazione di opportuna documentazione tecnicoamministrativa ed elaborati grafici”.

LA CONSULTA PER L’AMBIENTE CHIEDE DI VEDERE GLI ATTI - Come mai l’amministrazione non ha coinvolto la comunità? Perché non ha portato in consiglio una questione così importante? La polemica si è accesa solo dopo che è emersa attraverso gli organi di informazione. Anche Ornella Polo che è presidente della Consulta dell’Ambiente cade dalle nuvole. “Come Presidente della Consulta – afferma - ho chiesto di avere a disposizione tutta la documentazione relativa al progetto, avendo appreso dello stesso solo dalla stampa. Certamente la consulta valuterà e approfondirà la compatibilità del progetto con le criticità del territorio. Occorre valutare la compatibilità rispetto al sito scelto ed il piano regolatore, trattandosi comunque di zona agricola; l’incidenza delle emissioni assommate a quelle già esistenti, la discarica di Castellino e quelle che si avranno con la realizzazione delle 5 vasche di raccolta riguardanti il sistema legato alla condotta”. Ornella Polo però evidenzia anche l’ incidenza sulla viabilità, “un impianto di tale entità comporta un gran via vai di compattatori provenienti dai diversi comuni su strade già impraticabili e pericolose”.  Insomma un impianto di questo tipo andrebbe collocato in un’area industriale. E non certo a due passi dalla marina di Sant’Isidoro. La presidentessa della consulta mette in dubbio “La compatibilità con l'impronta turistica che si sta dando alla marina e la conseguente ricaduta sulle attività ricettive e immagine del territorio”. Ed inoltre esprime dei forti dubbi sulla gestione e post gestione dell'impianto. Sulla carta tutto funziona ma la realtà porta alla diffidenza. La valutazione e la comparazione tra benefici economici, incidenza sulla salute, e vocazione turistica del territorio”.

IL CONSIGLIO SI E’ ESPRESSO NEL 2006: MAI PIU’ DISCARICHE - Sulla questione inoltre c’è un’altra considerazione da fare. Lo spiega il consigliere provinciale Daniele Piccione “C’è una delibera di consiglio approvata nel 2006 dall’allora sindaco Antonio Vaglio (Oggi accanto a Mellone ed in quota alla Lega di Salvini) con cui si delibera di manifestare il dissenso del consiglio comunale di Nardò a qualsiasi soluzione che preveda come recapito finale lo smaltimento di rifiuti presso la discarica di Castellino, non solo. Si deliberò di manifestare con fermezza l’indisponibilità della Città di Nardò alla realizzazione di ulteriori impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti”. Insomma mai più discariche, questa la volontà del consiglio comunale e della Città che nello stesso e rappresentata. Mai più discariche, almeno sulla carta.

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