Koreja ospite dei più importanti Festival in Turchia e Romania, in scena Frame ispirata all'universo di Hopper

Riparte la tournée internazionale di Koreja grazie alla “Programmazione Internazionalizzazione della scena teatrale e coreutica pugliese 2018” sostenuta con fondi europei da Regione Puglia e affidata al Teatro Pubblico Pugliese.

 

Due dei più importanti Festival in Turchia e Romania ospiteranno FRAME il nuovo lavoro di Koreja con la regia di Alessandro Serra, ispirato all'universo pittorico di Edward Hopper. Una nuova sfida e un’occasione importante per far conoscere all’estero l’impegno culturale di un intero territorio:

[…] FRAME è un nuovo passo del nostro percorso di "fare" cultura teatrale, sostiene Salvatore Tramacere, Direttore Artistico Teatro Koreja. FRAME ha la volontà di interpretare e interrogare la maturazione artistica della Compagnia, mettendo in campo il nostro progetto artistico al servizio di nuovi sguardi e nuove direzioni. Sono sicuro si tratti di un modo per dare giusta continuità ad una storia iniziata più di trent'anni fa […]

Dal 24 al 25 maggio infatti, Teatro Koreja è stata in Turchia, all'Antalya State Theatre Stage (Haşim Işcan Cultural Centre), nell'ambito dell'International Theatre Festival, un appuntamento internazionale che si svolge dal 2010 ad Antalya, la più grande località balneare e turistica della Turchia. Il festival offre un programma diversificato che include spettacoli teatrali e workshop che riuniscono i residenti di Antalya e gli amanti del teatro di tutto il mondo attraverso l'arte del teatro. Domani sera la Compagnia si sposterà in Romania ospite del TESZT, EuroRegional Theatre Festival di Timisoara, uno dei più importanti Festival dell’est Europa.

Organizzato ogni anno dal 2007, TESZT è un evento internazionale che ha l’obiettivo di promuovere il multiculturalismo e diffondere il teatro contemporaneo. Il Festival funziona come piattaforma per scambi culturali e come momento di dialogo tra artisti e altri specialisti del settore.

FRAME è una finestra, una vetrina di un bar, l'uscita di sicurezza di un teatro, un sipario socchiuso, una porta, il finestrino di un treno che racconta di figure sempre ai margini di una soglia in cerca di luce. Mentre fuori la vita, ferma, incombe.

Ogni opera di Hopper è stata trattata come un piccolo frammento di racconto dal quale distillare figure, situazioni, parole. Una novella visiva, senza trama e senza finale, direbbe Cechov, una porta semiaperta per un istante su una casa sconosciuta e subito richiusa.

Di Hopper non mi interessano le indubbie qualità pittoriche quanto piuttosto la capacità di imprimere sulla tela l'esperienza interiore. Ricrearla in scena. Farla vedere, anche solo per un istante. Nei suoi quadri non vi è alcuna intenzione morale o psicologica, egli semplicemente coglie il quotidiano dei giorni.

Opere straordinarie compiute attraverso l'ordinario. Quanto più consuete sono le ambientazioni, abitate da figure semplici, tanto più si rivela la magia del reale. Non c'è tempo per descrivere, tutto accade in un soffio. In un soffio si rappresenta la verità interiore. C'è un dentro e c'è un fuori che osserva ma non vi è alcun intento voyeuristico, nessuna perversione. Una castità e un pudore che si sprigionano quando si è riconciliati, calmi, scaldati dal sole. Quando la frattura interiore è già avvenuta in noi e tutto scorre senza rimpianti, lasciando che la vita che ci resta abbia il suo giusto decorso. Nessun evento sensazionale. Semplicemente un attimo in cui tutto cambia, senza clamore […]

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