Gallipoli, al castello in mostra le immagini e i riti della settimana santa

Il Castello di Gallipoli, gestito dal 2014 dall’Agenzia di Comunicazione Orione con la direzione artistica di Raffaela Zizzari e il coordinamento di Luigi Orione Amato, come da tradizione, indossa il suo abito più mistico e spirituale per far immergere i propri visitatori nel clima religioso  della Settimana Santa

Sino al 6 maggio, le sale dell'antico maniero ospitano, infatti, la mostra "Gallipoli, l'isola della Pasqua". Una selezione di fotografie di Michele Esposito, scattate durante le ultime processioni della Settimana Santa, arricchita da abiti, paramenti e cimeli provenienti dalle preziose collezioni delle Confraternite. Sino al 27 aprile prosegue anche la mostra fotografica Oltre lo sguardoFabio De Marini desidera trovare delle risposte ai classici interrogativi che tutti i fotografici si pongono: “Come può essere definita la fotografia? Forma d’arte? Mezzo di comunicazione? Strumento giornalistico?”. Le sale del Castello ospitano anche il Porto animato a cura di Openlabcompany. Il Porto di Gallipoli dipinto da Jakob Philipp Hackert nel 1790, in mostra nell'estate 2017 con altre 8 opere dell'artista tedesco, raffiguranti altrettanti porti pugliesi del Regno di Napoli, rivive grazie alle animazioni di Gioele Stella e al sound design di Laura Colombo e Bernardo Vercelli. Il Castello è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Ingresso 5 euro (ridotto 3 euro). Info e prenotazioni 0833262775 -Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.castellogallipoli.it.

Gallipoli, l'isola della Pasqua di Michele Esposito 
La mostra valorizza l’immagine di Gallipoli e della sua forte tradizione per i riti della Settimana Santa attraverso una selezione di foto, abiti e cimeli che immortalano i momenti più toccanti della Pasqua. Si parte dalla Processione dell'Addolorata, che si tiene il venerdì che precede la Domenica delle Palme e che parte a mezzogiorno dalla chiesa Santa Maria del Monte Carmelo e della Misericordia per raggiungere la Cattedrale. Al termine della celebrazione liturgica la processione percorre lentamente tutta la città nuova per poi tornare nel centro storico attraversando il ponte che collega l'isola alla terra ferma. Il momento più toccante della lunga processione è sicuramente la benedizione al mare e ai naviganti dal bastione San Giuseppe. Dopo la processione dell'Addolorata, nel corso della Settimana Santa il centro storico di Gallipoli ospita la visita ai Sepolcri, la Processione dei Misteri e della tomba di Cristo del Venerdì Santo, la Processione di Maria Desolata del Sabato Santo e il rogo della Caremma nel giorno di Pasqua.

Oltre lo sguardo di Fabio De Marini 
“Come può essere definita la fotografia? Forma d’arte? Mezzo di comunicazione? Strumento giornalistico?” Il dibattito intorno a questa disciplina è attualmente in fase di sviluppo e di elaborazione. Sebbene la fotografia abbia ancora qualche difficoltà ad entrare, a tutti gli effetti, nel panorama del mondo artistico attuale, esponenti dei movimenti creativi più rivoluzionari del 900 e artisti contemporanei hanno concentrato parte della loro attività proprio sul versante fotografico. Le foto, in mostra lungo i nove lati della suggestiva sala ennagonale del castello, hanno il potere poetico di scorge la possibilità di trascendere la realtà e il sensibile, in un tentativo che permette al singolo sguardo un campo (visivo) così ampio da favorire quasi una esperienza soprannaturale. Osservando queste immagini dalle grandi dimensioni, ci si sente, come per magia, parte integrante di esse. Queste vedute del centro storico di Gallipoli vanno al di là del singolo sguardo, trasportando chi le osserva in una meravigliosa, quanto immaginaria, balconata sul mare. Un Viaggio che accompagna il visitatore a perdersi e che l’autore, Fabio De Marini, con la sensibilità e lo sguardo empatico e penetrante di chi cattura gli attimi, ha “documentato” in questa mostra intensa. 

Porto Animato a cura di Openlabcompany 
C’è una pratica che mette in relazione la storia dell’arte con la motion graphic. Consiste nella realizzazione di prodotti video che hanno come tema la rivisitazione animata di quadri famosi di varie epoche, in chiave interpretativa, poetica, ironica, dissacrante. Le opere vengono riproposte con oggetti o personaggi della scena rappresentata in movimento, con elementi aggiunti che compiono azioni o interagiscono con le parti dei dipinti oppure con variazioni di punti di vista che esplorano lo spazio virtuale dell’opera, mettendo in evidenza particolari, espressioni o atteggiamenti presenti. Il filmato ci porta a considerare la “messa in scena” – intesa come elemento compositivo – nella sua funzione primaria, all’interno di un quadro. Scegliere un istante piuttosto che il successivo muta il senso del dipinto e gli equilibri. 

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