Ai Cantieri Koreja, 2000 anni e non sentirli, l'Anfitrione di Plauto nella rilettura del Teatro Kismet di Bari

Sabato 24 marzo alle ore 20.45 i Cantieri Teatrali Koreja ospitano ANFITRIONE, il testo scritto da Plauto più di 2000 anni fa nella rilettura di Teresa Ludovico per il Teatro Kismet di Bari. Per entrare nel Mito, e anche dissacrarlo per creare empatia e portarlo sul terreno comune della contemporaneità.

Dopo il grande successo ottenuto, sabato 24 marzo alle ore 20.45 i Cantieri Teatrali Koreja ospitano ANFITRIONE, il testo scritto da Plauto più di 2000 anni fa nella rilettura di Teresa Ludovico per la nuova produzione di Teatri di Bari. Un giocoso e gioioso concentrato, che prende in prestito da Plauto come da Moliere, con l'aggiunta di inserti shakespeariani e tanti altri ingredienti, per un pastiche dai sapori ben amalgamati in un impasto felice e feroce. Per entrare nel Mito e anche dissacrarlo, per creare empatia e portarlo sul terreno comune della contemporaneità.
 
Sulla scena sei attori e un musicista si rincorrono vorticosamente alla ricerca della propria identità: è la commedia di Plauto che irrompe in un bollente e schizofrenico Sud, dove quel che si è non è sempre quel che si deve essere. Così prende forma ANFITRIONE interpretato da Michele Cipriani, Irene Grasso, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore e Michele Jamil Marzella per le musiche, Nuvoletta Lucarelli sostituirà l’attrice Demi Licata, assente per motivi di salute per questa replica. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’identità, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita tragicommedia, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In essa il sommo Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme animali, vegetali, naturali, decide, per la prima volta, di camuffarsi da uomo. Assume le sembianze di
Anfitrione, lontano da casa, per potersi accoppiare con sua moglie, la bella Alcmena, e generare con lei il semidio Ercole. Giove-Anfitrione durante la notte d’amore, lunga come tre notti, racconta ad Alcmena, come se li avesse vissuti personalmente, episodi del viaggio di Anfitrione.
 
Teresa Ludovico crea una coralità multiforme e tragica che però agisce come un contrappunto grottesco e farsesco in uno spazio che disegna doppi mondi: divino e umano. Un andirivieni continuo tra un sopra e un sotto, tra luci e ombre. Realtà e finzione, verità e illusione, l’uno e il doppio, la moltiplicazione del sé,
l’altro da sé e il riflesso di sé, si alterneranno in un continuo gioco di rimandi, attraverso la plasticità dei corpi degli attori, le sequenze di movimento, i dialoghi serrati e comici. scritto e diretto da Teresa Ludovico; con Michele Cipriani, Irene Grasso, Nuvoletta Lucarelli, Alessandro Lussiana, Michele Schiano Di Cola, Giovanni Serratore; musiche dal vivo m° Michele Jamil Marzella; spazio scenico e luci Vincent Longuemare; costumi Cristina Bari e Teresa Ludovico; coreografia
Elisabetta di Terlizzi. 
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