La lezione infinita del professor Moro, il nichilismo, e la debolezza del potere

Oggi sono trascorsi esattamente quaranta anni dal rapimento e successivamente dall’assassinio (fu rinvenuto cadavere il 9 maggio) dello statista democristiano Aldo Moro. Moro, che era salentino, nativo di Maglie (23 settembre del 1916), è stato cinque volte presidente del Consiglio, e tra i fondatori della Democrazia Cristiana.

E’ stato barbaramente ucciso nel 1978, quaranta anni fa, un lasso di tempo tutto sommato breve, in cui, ancora oggi, la lezione del professor Moro resta quanto mai viva, attuale, eterna. E’ una lezione che offre il gusto dolce del primato della politica, quella più autentica, in cui i Partiti selezionavano e formavano la classe dirigente. La sua è anche la lezione del “compromesso” che è un frutto buono della democrazia. Di un modello di governo, il primo di centro-sinistra, che prima non c’era. E che forse non ci sarà mai più. Un sistema capace di innovare e di “Sgretolare”, un mondo obsoleto.

Moro è stato un formidabile innovatore e nel contempo un formidabile Alfiere della Democrazia. La migliore forma di governo possibile, almeno fino a quando non ne inventeranno un’altra capace di soppiantarla. La democrazia, (dal greco antico: δῆμος, démos, "popolo" e κράτος, krátos, "potere") etimologicamente significa "governo del popolo", ovvero un sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato con l'insieme dei cittadini che ricorrono ad una votazione. Uno strumento fondamentale con cui scegliere chi è chiamato a rappresentare gli interessi di una comunità, di una Città, di un Paese intero.

IN NOME DEL POPOLO - La Costituzione ci rammenta che anche la giustizia è amministrata in nome del popolo. Qualcuno a volte se ne scorda. E’ il Popolo che resta Sovrano. Sempre. Ecco perché i tentativi di sostituirsi al Popolo, si veda ad esempio la Legge Elettorale, anti costituzionale e antidemocratica, rappresentano scelte miopi, sbagliate e profondamente anti-democratiche. Sarò franco: anche imporre la Tap su di un territorio che ha un sindaco democraticamente eletto che la pensa diversamente è anti-democratico. Perché il primo cittadino è espressione della volontà popolare in quanto democraticamente eletto. Sia perché allocare il tubo più in là non avrebbe rappresentato alcun danno e non avrebbe dato l’idea di una logica del tubo. Se avesse scelto un bambino che sa distinguere tra energie rinnovabili e non rinnovabili, quel tubo non avrebbe mai avuto alcuna genesi. E avrebbe definitivamente privato di senso anche la Ragion di Stato, o il refrain “Ce lo chiede l’Europa”. Spesso il problema sono gli adulti.

"Il sequestro di Aldo Moro - scrive Damilano - ha segnato la fine della Repubblica dei partiti. E Moro aveva capito meglio di tutti l'Italia, "il paese dalla passionalità intensa e dalle strutture fragili", e la debolezza del potere.

IL POTERE DEBOLE - Il potere debole è anche – a mio avviso - quello che non informa in maniera adeguata. Le politiche rispetto ai migranti del comune di Nardò avrebbero dovuto essere pubblicizzate in maniera aperta, trasparente e chiara. E’ singolare che alle riunioni che contano sia stato inviato il portavoce del primo cittadino e non un esponente politico. E’ singolare che non si sappia nulla dei denari pubblici spesi per accogliere i migranti. Lo Sprar, ossia il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, andava chiarito, condiviso e divulgato a dovere. Avremmo saputo per tempo che sono ben 24 i minori non accompagnati che risulterebbero a carico dell’Ambito territoriale n°3 di Nardò. Ci si chiede, sempre in virtù della chiarezza, quale modello di Welfare venga seguito. Se quello della Lega (che chiede di vigilare sullo status di rifugiato), o di Casapound, (Che propone il blocco totale dei flussi o il rimpatrio) o ancora di Fronte Democratico (Che condivide gli Sprar come sistema garanzia di buona accoglienza e integrazione), con cui il primo cittadino si è regolarmente interfacciato, visti i buoni rapporti, almeno fino a qualche tempo fa, con il governatore della nostra Regione. E vista la entusiastica partecipazione del “nostro” alle primarie del Partito Democratico.

CONTROLLO E GARANZIA - Sempre a proposito di Democrazia. Nel pomeriggio di ieri è andata deserta a Palazzo Personè, comune di Nardò, l’ennesima convocazione della Commissione Controllo e Garanzia, la stessa invocata dal giovane sindaco quando era in trincea e faceva opposizione, tuonando contro Risi ed i poteri forti. All’ordine del giorno un argomento rilevante, l’efficientamento energetico, una questione che risponde alle esigenze di risparmio e rispetto dell'ambiente dettate anche dalle nuove normative. A proposito, non c’era neanche il dirigente di riferimento. Il numero due di Andare Oltre (Non si sa dove) ha sentenziato: “Una buona opposizione - dicono dalla maggioranza – dovrebbe saper criticare e fare proposte”. Verrebbe spontaneo chiedere: “E in quali sedi, ragazzo mio?”

LA PAURA, LA RABBIA E LA BALENA GIALLA - “Dopo l'assassinio di Moro, il 9 maggio, al termine di 55 giorni di tragedia, sono arrivate la morte di Berlinguer, la dissoluzione della Dc, Tangentopoli e la latitanza di Craxi in Tunisia. Fino all'ultima stagione, con la politica che da orizzonte di senso per milioni di italiani si è fatta narcisismo e nichilismo, cedendo alla paura e alla rabbia. Sono arrivati Grillo e Renzi. Come dire dalla Balena Bianca alla Balena Gialla. "Via Fani – scrive il direttore dell’Espresso - è le nostre Twin Towers. Nel 1978, l'anno di mezzo tra il '68 e l'89. Tra il bianco e nero e il colore. Lo spartiacque tra diverse generazioni che cresceranno tra il prima e il dopo: il tutto della politica - gli ideali e il sangue - e il suo nulla."

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