Nardò, il Vangelo secondo Matteo (Salvini), ed i sudisti dalle camicie verdi

Il primo simbolo della Lega Nord, era proprio il Guerriero del Carroccio, simbolo della vittoria dei comuni contro l'Imperatore. Da lì ha preso le mosse il partito secessionista, un partito caratterizzato da un’impostazione economica liberista e antistatalista e da una parola d’ordine: “Roma ladrona”.

Populismo, contrasto all’immigrazione ed un marcato euroscetticismo hanno caratterizzato ed in parte ancora connotano l’ex partito di Bossi. Quest’ultimo per altro rieletto. La notizia ha fatto subito il giro sollecitando il dibattito e diversi interventi, compresa una gustosa vignetta con cui Dario Minerva immortala l’assessore Albano facendole indossare i panni di Brancaleone. Un Brancaleone in gonnella circondato dalla soldataglia, che ci ricorda molto più verosimilmente, almeno nell’aspetto, Giovanna D’Arco. Ossia “la giovane che guidò la riscossa francese contro gli Inglesi, figlia di contadini e analfabeta, animata da visioni religiose” piuttosto che il pittoresco personaggio mirabilmente interpretato da Vittorio Gassman.

LA LEGA ED I MERIDIONALI - La più grossa sulla Lega ed i meridionali, probabilmente, l’ha sparata D’Alema che sollecitato sulla questione ci ha detto che “per un meridionale votare la Lega è come per un tacchino festeggiare il Natale”. Eppure è accaduto e l’ampolla del dio Po, ed i cospicui risultati elettorali, hanno fatto convertire sulla via di Damasco l’ex sindaco Antonio Vaglio, i consiglieri Giuseppe Alemanno e Cesare Dell’Angelo Custode che hanno formalizzato la costituzione del Gruppo Lega Salvini Premier al Consiglio Comunale di Nardò. In linea con l’ex fittiamo Marti, oggi senatore leghista, saranno i sottoscrittori delle nuove tessere che devono sdoganare la Lega Nord e devono rilanciare il nuovo soggetto politico. Un soggetto che si identifica pienamente nel suo leader, l’altro Matteo, Salvini appunto. Dalla Lega Nord alla Lega per Salvini premier, il passo non è breve ma può dirsi work in progress. Il nuovo gruppo, che ha abbracciato in consiglio comunale il nuovo mantra leghista, non ha mancato di suscitare le perplessità di diversi esponenti politici che hanno fatto sentire la loro voce a riguardo.

DIRETTIVO NERITINO IN SALSA LEGHISTA - La Lega non entra “solo” in Consiglio ma ha costituito il primo direttivo cittadino. Un direttivo in cui non mancano certo le sorprese ed in cui, oltre ai Consiglieri Comunali, ci sono: Stefania Albano (Attualmente nella giunta Mellone alle prese con Sviluppo Economico, Commercio, Industria, Agricoltura, Sportello unico per le imprese, Artigianato, Mercati e Caccia. La Albano sostituì Daniela Dell’Anna), Francesco Plantera, (l’ex assessore a Cultura, Turismo e Formazione, candidato nella lista Forza Nardò alias Forza Italia e sostituito dal Sindaco Mellone, che ha consegnato quelle deleghe ai fedelissimi di “Andare Oltre”, Ettore Tollemeto, e Giulia Puglia). Alessandro De Giorgi, Piergiorgio Plantera, Marco Spenga e Serena Filieri. E inoltre: Antonio Filograna, Luigi Carmine Prete, Alessandra My, e Salvatore Presicce, che figuravano nella lista di Cesare dell’Angelo Custode “Obiettivo Comune”, lista che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Marcello Risi, salvo poi, ad elezioni terminate, virare verso i nuovi lidi.

Proprio Marcello Risi, ex sindaco, oggi in LeU, evidenzia come “La Lega sia nata per fare gli interessi del Nord. I meridionali che la votano o che la sostengono fanno molto male al futuro dei nostri ragazzi. I giovani – aggiunge Risi – sognano un sud prospero, non un sud subalterno. Proprio non si sentiva la mancanza del gruppo di Salvini nel nostro consiglio comunale. Sono molto deluso dalle scelte di alcune persone con le quali ho collaborato. La loro continua propensione a cambiare casacca è ormai imbarazzante”.

“Quella dei leghisti al Sudscrive l’ex sindaco e parlamentare Gregorio Dell’Anna è una metamorfosi di facciata”. “Il 5 marzo quando ho appreso che la Lega aveva eletto in Puglia, la mia Regione, dei propri parlamentari, ho provato un forte senso di disagio, ieri quando ho saputo che la Lega ha costituito a Nardò, la mia città, il primo gruppo consiliare nel Salento ho vissuto un grande momento di sconforto. Sì, perché Matteo Salvini, l'uomo delle ruspe, l'uomo della politica razzista "dell'aiutiamoli a casa loro”, figlio ripulito di ciò che il suo partito, la Lega Nord, rappresenta, un partito nato e cresciuto sulle paure degli italiani, sull'odio verso gli sfaticati, i criminali, i nullafacenti del Sud, quelli da mantenere dai bravi e onesti lavoratori del Nord oggi conquista il voto dei meridionali, dei “terroni”, degli immigrati. Oggi chi si è prestato a rappresentare questo partito queste frasi fa finta di non ricordarle? Come se fingere che una cosa non sia mai successa si possa cancellare? Con la felpa d'ordinanza in petto nel corso di questa campagna elettorale Salvini ha finto amore per noi, ha stretto mani e regalato sorrisi ai “terroni”. Quei “terroni” che oggi lo applaudono, quegli stessi che, probabilmente, hanno deciso di mettere da parte anni di offese e mortificazioni leghiste, "loro" sono "con Salvini". Lo so che ognuno ha diritto di esprimere il proprio pensiero e la propria opinione politica. Lo so che il panorama dei leader politici offre una vasta gamma di figure, più o meno serie. So anche che non c'è limite ideologico che non possa essere superato dal fascino di questo o quel rappresentante di partito. E allora, tra l'immagine triste di una città antifascista ed antirazzista che nel suo Consiglio Comunale accoglie il gruppo dei verdi e 25 anni di insulti leghisti immagino i neritini che non dimenticano gli insulti, che non osannano i leghisti ma che perdonano. Perché si perdona, ma la dignità non ha prezzo, non ha padroni. E non indossa felpe”.

Lucio Tarricone del Centro Studi “Salento Nuovo” riferisce che “Dopo mesi di attesa Vaglio, Dell'Angelo Custode e Alemanno hanno indossato ufficialmente la camicia verde dei Salvini boys. E con loro l'Assessora Albano, l'ex assessore melloniano Plantera, l'ex assessore nella giunta Vaglio prima e Risi poi Filograna, l'ex assessore con Risi, Prete. Un gruppo di persone per le quali la coerenza politica è evidentemente un optional. Così come la coerenza è un optional per Mellone e i suoi che con questi personaggi della "prima e seconda Repubblica" governano. Avevano promesso la "Rivoluzione" e invece hanno esaltato i vecchi metodi clientelari e "le vecchie cariatidi" che dicevano di " voler rottamare". Il gruppo consiliare Lega per Salvini sbarca dunque a Palazzo Personè. Con quali intendimenti e programmi per la Città di Nardò non è dato sapere. Né è dato sapere che pensano i neoleghisti in salsa neretina delle politiche salviniane. Forse perché non le conoscono o poco importa loro delle stesse. Che sono le politiche di una destra becera e razzista che inneggia alla supremazia della "razza bianca" e fa leva sulle paure primordiali per raccattare voti. Che sono le politiche che definivano noi meridionali "puzzolenti, colerosi e parassiti" e "mandavano affanculo i giovani del Sud "accusati di "non fare un cazzo".  Né si conoscono le loro opinioni sulle politiche del sindaco Mellone con il quale governano Nardò relative alla apertura di Centri SPRAR e accoglienza sul territorio neretino. Ma forse chiediamo troppo. Alle camicie verdi neretine la politica deve interessare molto ma molto poco. Interessano di più gli inciuci e i cambi di casacca per ottenere e/o mantenere piccole poltroncine e magari ottenere qualche strapuntino. Millantano un successo elettorale a Nardò che non c'è stato. Se si considera che a Nardò avrebbero votato per la Lega il gruppo di Dell'Angelo Custode, Vaglio-Albano, Alemanno e i "lupacchiotti" 1600 voti sono pochini, ma contenti loro....E fa specie vedere con la "camicia verde" al "servizio" di Salvini  l'ex Sindaco Antonio Vaglio che dalle mani dell'ex Presidente della Repubblica Ciampi ricevette, quale rappresentante della Città di Nardò, la Medaglia d'Oro al Valor Civile per l'aiuto prestato dai neretini agli ebrei in fuga dalla barbarie della belva nazista. Nardò Città dell'Accoglienza.  Vaglio, forse non sa che Salvini ebbe a definire Ciampi in occasione della morte: "Uno dei complici della svendita dell'Italia ai poteri forti, ai massoni, ai banchieri e ai vecchi finanzieri. Uno dei traditori dell'Italia e degli italiani". A tradire il Meridione, a tradire Nardò e i valori che la nostra Città incarna sono loro, i Salvini boys neretini!

Anche il consigliere comunale Giancarlo Marinaci ci va giù caustico:”Purtroppo c’è chi, pur di mantenere la poltrona, sarebbe anche disposto a fare un patto con il diavolo. Consegnare il nostro territorio ad un partito che ha una evidente matrice antimeridionalista è un atto di profondo egoismo ma anche di evidente miopia politica”.

Per Giovanni Siciliano, membro del direttivo cittadino del Partito Democratico e fondatore di Città Nuova, “I tre aderenti alla lega dovrebbero ricordare che anche se è stato cancellato il termine Nord sempre di Bossi e di antimeridionalisti si tratta”. “Però – conclude l’esponente PD - per comprendere tutto ciò bisogna avere dignità, e per molti è un optional”.

Così si esprime sulla vicenda lo storico locale e saggista Mario Mennonna. "In un sistema democratico ognuno può compiere le proprie scelte. Ieri vi era l’appartenenza identitaria in un’ideologia politica (Partito comunista, Partito socialista, Partito liberale e financo Partito Monarchico) oppure in una cultura politica (Democrazia cristiana, Partito repubblicano, Movimento sociale, Partito radicale). Oggi c’è ideologia politica? Oggi c’è cultura politica? Sono le ombre della «caverna» platonica, in attesa che di esse si conosca l’autentica realtà… ma chissà quando! Comunque, oggi, abbiamo il trasformismo a solo individuo o a gruppuscolo, girovagando o altalenandosi. Non essendoci identità né coerenza di appartenenza ci può ben essere la Lega Nord nel Sud… in una contraddizione non solo – com’è giusto che sia - nominalistica (il Nord è un termine e il Sud è un altro, sorti in netta distinzione), ma anche sostanziale – così come giusto non è- a livello culturale e politico, dopo che i verdi leghisti nordici sono comparsi sul suolo italico. Non possono conciliarsi…a meno che masochisticamente si gode nell’essere subalterni e servitori, quasi schiavizzati, ritenuti inferiori, incapaci e chi più ne ha ne metta. Purtroppo il gruppo consiliare-politico che si è costituito a Nardò, che parla in nome e per conto della Lega Nord, non è l’unico esempio. Non si può dimenticare che nella nostra Nardò vi era stata addirittura una candidata per il Parlamento, appartenente al gruppo che oggi detiene il Palazzo di Città, con manifesti sbandierati sui muri cittadini, poi scomparsa non per consapevolezza politico-culturale, ma perché rigettata dalla dirigenza leghista nazionale. Che si fa per dire che si fa politica!"

 

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