La parabola del gerontocomio, all'improvviso è un rudere che non vale neanche un centesimo bucato, e allora i bilanci degli ultimi 10 anni come hanno fatto a rimanere in equilibrio?

Il solito roboante proclama del Minculpop del comune di Nardò nell'anno VI E.M. (Era Mellone) ci informa che un tecnico di lunga e provata esperienza (Ing. Imperiale) certifica con sua propria perizia che l'edificio del Gerontocomio è fatiscente ed irrecuperabile.

 

Pensiamo che sia una conclusione ovvia e naturale. L'edificio, ad oltre 40 anni dalla costruzione, non è mai entrato in funzione e si è degradato progressivamente.

Ma come sempre il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Perchè quell'edificio è stato iscritto a a bilancio come patrimonio del Comune di Nardò e ha contribuito a tenere in equilibrio i conti del municipio. Lo hanno fatto tutte le amministrazioni da 30 anni a questa parte compresi 6 anni dalla “rivoluzionaria gestione” mellonesca. Sicuramente non è diventato irrecuperabile e fatiscente negli ultimi 20 giorni. Anzi qualche anno addietro si era millantata una vendita, a prezzo cospicuo nell'ordine di oltre un milione e mezzo di euro, ad una ditta privata che avrebbe dovuto rimodernarla e dotarla di un punto nascita.

A dire della macchina propagandistica di Mellone e del suo ineffabile produttore di proclami Indennitate. Chiacchiere prive di ogni fondo di verità e buone solo per abbagliare i numerosi allocchi che sostengono il regime dell'asfaltatore. Ora all'improvviso quello stabile è un rudere che non vale neanche un centesimo bucato di euro e che “scuffonda” (per dirla alla neritina) anche il valore del terreno. E allora i bilanci degli ultimi 10 anni come hanno fatto a rimanere in equilibrio?

L'ineffabile Lupo come ha fatto a tenere in ordine i conti del Comune? Ha iscritto a libro un valore totalmente inesistente? E' arrivato a superare la finanza creativa inventando la finanza “fantasiosa”? La finanza e il bilancio fondati sul nulla? Su numeri buttati lì a caso? E i dirigenti che vi hanno apposto il sigillo e i revisori dei conti? Ma proprio nessuno ha verificato la congruità dei valori messi a bilancio?

Quindi si può scrivere quello che si vuole nel bilancio di un Ente pubblico, numeri a piacere che facciano quadrare i conti in barba ad ogni norma di contabilità e ragioneria. La situazione è gravissima, per molto meno Mellone e Capoti, all'epoca oppositori, correvano alla Corte dei Conti con tanto di selfie celebrativo. Innescando procedimenti chiusi col classico buco nell'acqua nonostante il supporto professionale dello “scienziato”Lupo.

Chi chiederà conto di questa gestione singolare? Sicuramente non Piccione e Falangone, oggi oppositori, che ieri erano esponenti di rilievo di amministrazioni che hanno usato gli stessi identici artifici contabili del duo Mellone – Lupo; basterà Siciliano a sollevare il caso? Ma non col solito comunicato anonimo e dimesso. Ci vuole una campagna tambureggiante di manifesti, volantini, 6x3, comunicati stampa.

Come faceva Mellone quando non era occupato a modificare regole e norme a suo personale uso e consumo, quando non si esercitava a fare il mercante levantino che produce iperboli propagandistiche per smerciare chiacchiere funzionali solo a fortificare e rendere sempre più aggressivo il suo potere. Potere fondato sulle scenografie come quelle di Cinecittà, grandiose facciate che nascondono il deserto assoluto.

Werther Messapo

0
0
0
s2sdefault

ADV

salento magazine

I più letti