A 150 anni dalla sua nascita il Museo Castromediano, il museo pubblico più antico di Puglia, si rifà finalmente il look. L’intervento, sostenuto dalla Regione Puglia, Servizio Provveditorato e Patrimonio, e seguito dal Dipartimento Cultura, con un milione di euro, riguarda il rinnovamento degli spazi e degli impianti tecnologici: dal rifacimento delle superfici murarie alle pavimentazioni, all’illuminotecnica, alla climatizzazione, alla rete dati.
Gli spazi saranno riallestiti in maniera fluida e conviviale con arredi, sia interni che esterni, che consentano la socializzazione, lo scambio e la più ampia partecipazione possibile da parte di tutti i cittadini. Alla città sarà reso un luogo da vivere tutti i giorni, che non si limita alla sola esposizione dei reperti, pure preziosissimi, che il museo custodisce, ma apre i suoi ampi spazi alla crescita culturale della città e del territorio.
“Sigismondo Castromediano, patriota, letterato e archeologo salentino è stato sicuramente l'ispiratore dell'istituzione culturale che oggi porta il suo nome –ha detto l’assessore regionale all’Industria turistica e culturale Loredana Capone. Gli Amministratori Provinciali dell'epoca seppero mostrarsi all'altezza della sfida lanciata da quell'intellettuale un po’ sognatore e istituirono il primo museo pubblico della Puglia. I direttori che si sono succeduti, fino al compianto Tonino Cassiano, ne hanno fatto un luogo centrale nelle attività culturali del Salento. Ora, con il direttore Luigi De Luca, vogliamo farne un centro di cultura sempre aperto, che valorizza l’intero territorio, i suoi artisti e le sue opere, aprendolo all’Europa e al mondo”.
L’idea è quella di un Museo che conserva e valorizza la sua eredità architettonica, sia quella ottocentesca di primo impianto che quella contemporanea relativa al rifacimento degli anni ’70 a cura dell’architetto Minissi, che gli diede con il quell’aspetto da “piccolo Guggenaim” che lo ha reso unico nel Sud Italia, ma, al contempo, prova a ricostruire quel rapporto emotivo che per secoli ha legato i luoghi alla storia, alla conoscenza, alle comunità che li abitano.
“Nonostante la riforma del 2014 abbia ridisegnato le competenze della Provincia– ha aggiunto il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva – non possiamo immaginare il rilancio dell’Ente se non guardiamo alla cultura come volano di crescita e sviluppo per la nostra terra. Da qui deriva l’impegno a far rivivere i luoghi del Museo Castromediano: 150 anni di storia da raccontare al prossimo, un compleanno importante per il museo più antico di Puglia!Il museo è lo scrigno che custodisce la storia, preservandola dall’indifferenza: ecco, mi piace immaginare che quei luoghi possano tornare a vivere, a emozionare.Immagino che quei luoghi possano essere quel trait d’union che concilia il valore unico della storia con l’innovazione odierna, combinandoli insieme e donando alla città di Lecce e alla provincia tutta un luogo in cui la comunità possa godere della cultura.Perché la cultura, nonostante la inesorabile velocità e volatilità di oggigiorno, è ancora capace di emozionare, di stupire, di accogliere, di avere una funzione sociale”.
“Quando si investono risorse così importanti - è intervenuto il sindaco della Città di Lecce Carlo Salvemini - come quelle che saranno impiegate per l'ammodernamento del Museo Castromediano, si sente la responsabilità di fare in modo che il ritorno per la cittadinanza, soprattutto in termini di possibilità di fruizione collettiva pubblica, sia altrettanto importante. Anch'io mi auguro che questo sia il passo decisivo per far percepire il Museo Castromediano in modo più consapevole da parte della cittadinanza, per far in modo che i leccesi e non solo lo sentano come un luogo accessibile, aperto e vivo. Da qui a pochi anni, dunque, crescerà ancora la disponibilità della nostra città in termini di ricchezza monumentale, noi abbiamo la responsabilità di valorizzarla, è una sfida importantissima, perché a Lecce in futuro ci saranno tanti e tanti in più motivi per venire in visita. Valorizzare, dare una funzione e rendere vivo questo patrimonio sarà possibile solo se Comune, Provincia e Regione collaboreranno fianco a fianco”.
Gli stilemi architettonici saranno salvaguardati e i materiali rinnovati senza stravolgimenti di impatto percettivo, tuttavia, saranno aggiornate le caratteristiche prestazionali degli elementi. Si lavorerà sul potenziamento della rete dati, che coprirà tutti gli ambienti per garantire un accesso gratuito a tutti gli utenti del Museo, sarà realizzato un impianto di filodiffusione per l’ascolto della musica e della narrazione delle diverse sezioni che si trovano al suo interno, e una saletta 3D per le proiezioni immersive dove sarà possibile rivivere alcuni importanti ritrovamenti della preistoria.
Un incubatore di storie nuove che si misurano con l’antico, di progetti innovativi che mettono in connessione la valorizzazione dei reperti archeologici con i bisogni contemporanei, di giovani che si confrontano con la storia, con la creatività, e lo fanno insieme ai docenti, alle famiglie. Un “cantiere culturale” che ha già cominciato il suo racconto attraverso la voce di chi in questi mesi l’ha riempito di idee e voglia di fare: dal progetto Mua - Musei Accoglienti, che ha coinvolto tutti i musei civici delle Province di Lecce a Brindisi in un dialogo interculturale con le comunità di migranti, al Progetto ARTEM, una startup finanziata da PIN Puglia che assicurerà al nuovo museo servizi innovativi come spazi per il lavoro in comune, un baby park, un'area per il benessere psico fisico, a molti altri.
“Il modo più bello di festeggiare una ricorrenza così importante– ha concluso il direttore del Polo Bibliomuseale del Salento Luigi De Luca–è farsi cogliere nel pieno di una trasformazione. Un rinnovamento che da un lato esalterà il museo della conoscenza circolare e democratica che volle Franco Minissi nel concepire le sue avveniristiche architettura oltre 40 anni fa, dall'altro un museo che guarda al futuro, che racconta il suo patrimonio archeologico come il risultato dei secolari, millenari movimenti dei popoli e delle genti nel Mediterraneo. Dal "mare della vicinanza", come PedragMatvejević definiva il Mediterraneo, al "mare dell' intimità"', quell'Adriatico che disegno il destino del Salento ed anche il suo stesso nome come "amicizia costruita sul mare". Un Museo accogliente dove nessuno è straniero perché tutti lo siamo. Un Museo capace di riproporre ogni giorno lo stupore e l'enigma dell'appuntamento con la bellezza”.
Il nuovo museo avrà anche una caffetteria e book shop dove saranno in vendita oggetti pensati e realizzati da designer e artigiani locali ispirati alle collezioni artistiche e archeologiche.