L'editoriale: l'Arcangelo Michele, Pippo e la Fusione impossibile

Si sussurra che uno dei primi contatti tra il governatore Miky Emiliano e Pippo Mellone sarebbe avvenuto in notturna. Emiliano, neanche fosse l’arcangelo Michele, è apparso all’improvviso al giovane sindaco nostalgico del ventennio che fu, probabilmente folgorato sulla via di Damasco o colpito (In fronte??) dall’eco delle sue gesta. 

Altri, invece, dicono che sarebbe stata una freccia scagliata da un cupido (magari sbronzo).  Come sia scoccata la scintilla tra i due alla fine non importa. Una telefonata nel cuore della notte non è certamente cosa comune, ci deve  essere adeguata spinta motivazionale per chiamare qualcuno ad un orario evidentemente inusuale. Pare che il nostro primo cittadino pro tempore sia rimasto invece così colpito da questa telecomunicazione, forse insperata, da averlo subito raccontato con dovizia di particolari ai suoi più fidati collaboratori. Pippo non stava nella pelle, è rimasto lusingato e probabilmente incuriosito dalla voce profonda, calda e rassicurante dell’Omone di Bari. Qualcuno gli consigliò di guardare in maniera positiva a questa vicenda anche perché i rapporti istituzionali tra il sindaco di una piccola realtà ed il presidente della Regione devono comunque esserci, e vanno curati, d’altronde si tratta sempre di doverosi rapporti istituzionali. Anche se apparentemente la distanza sul piano politico pare ovviamente abissale.  Andando a spasso nel tempo, era il 2017, ed in occasione della primarie il rapporto si fa addirittura confidenziale. Su WhatsApp  Pippo invia ai suoi contatti un messaggio nel quale esprime uno smodato sostegno nei confronti di Emiliano alle primarie: “Ti chiedo di votare e sostenere con forza la candidatura di Michele Emiliano alla segreteria”. “Quindi il caloroso appello al voto nel paese in cui Emiliano ha subito una sonora sconfitta alle convenzioni, cioè nel voto fra gli iscritti al Pd: “Michele può e deve essere il nostro! Dai, dai, dai!!! Pippi Mellone”. Daie de quà, daie de là la relazione si consolida, forse per i trascorsi missini di Emiliano forse per la innata simpatia del sindaco, o forse anche per i pasticciotti che il Pippi neritino fa puntualmente recapitare all’omone di Bari. La frolla e la crema pasticcera sono un argomento indiscutibilmente gustoso. E poi si sa, a tavola nascono le intese migliori.  Tanto che dinanzi alle difficoltà incontrate in occasione delle primarie del Partito Democratico, il sindaco rassicura i suoi facendo riferimento proprio al governatore che dinanzi all’impasse consiglia a Pippo di far riprendere subito le operazioni di voto, anche senza scrutatori. Si riprenderà a breve  - avrebbe promesso Emiliano al sindaco. Non solo. L’uomo di Casapound manda a dire ai suoi di stare tranquilli perchè sul posto sta per arrivare nientepopodimeno che Gigi Nestola presidente della commissione elettorale regionale del Pd che riaprirà il seggio e denuncerà i responsabili. Nestola è da sempre vicino alla Capone. La liaison diventa quasi passionale infine in occasione delle provinciali quando Mellone finge di sedersi al tavolo del centrodestra per proporre ai convitati di pietra la sua irricevibile candidatura. Una volta venuta meno la flebile speranza per il nostro si conferma la relazione, impossibile solo sulla carta, con Emiliano. Ed il voto a Minerva dei suoi fidi. Mò se la nascita del Pd venne definita a suo tempo, guardando alla Margherita  e agli eredi della Sinistra una fusione fredda, la nascita di un sodalizio tra frange di Casapound e pezzi di Pd come potrebbe essere definita? Fusione di ghiaccio, infuso innaturale o fusione impossibile? Eppure il rapido declino di Renzi, passato da 40% dei consensi a percentuali al di sotto del 20% dovrebbe dare la misura di come sia rapida la salita ma altrettanto rapida la discesa quando si smarrisce il senso della realtà, e soprattutto, la coerenza. La sinistra in Puglia smarrisce la sua identità o forse non l’ha mai avuta.  Pare adesso che qualcuno insista nel voler affidare a Emiliano quel che resta del Partito in modo da dargli (Al Partito) il colpo di grazia e farlo sparire. Ma l’unico politico che poteva far rimpiangere Vendola non è mica Mandrake !

Marco Marinaci

dir. ilsalentomagazine

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