Vi racconto di quella volta che mi sono sentito uno degli Ultras, dinanzi ad una tragedia immane che dovrebbe accomunare e non certo dividere

“Stefano vive, i morti siete voi”. E’ lo striscione che campeggia nei pressi del cinema DB d’Essai. Dove si è svolto l’incontro con Ilaria, la sorella di Stefano Cucchi che rientrava nel calendario di Conversazioni sul Futuro, un evento che, attraverso la testimonianza ed il dialogo, cerca di spiegare la complessità della realtà.

Non solo striscioni. La presenza inaspettata ed il tifo da stadio da parte degli Ultras del Lecce, l’urlo “Siamo tutti Stefano Cucchi” con cui i tifosi giallorossi hanno accolto a Lecce Ilaria Cucchi, ci ha rincuorato. Ci è parsa una lezione, semplice semplice, di Civiltà. Un gesto nobile che ci ha fatto sentire, per una volta, orgogliosamente tutti Ultras. Un gesto straordinario di umana e spontanea partecipazione dinanzi ad una tragedia immane che dovrebbe accomunare e non certamente dividere. Eppure la notizia che abbiamo dato sui social ha avuto un’eco straordinaria ma anche commenti che definire orribili pare quasi un eufemismo. Ho ricevuto messaggi che non commento e che soprattutto, ed è questo quello che conta, davvero non comprendo. Eppure mai come in quest’occasione mi sono sentito uno di loro. Uno degli Ultras. Dinanzi all’omicidio efferato di un essere umano è un verme sia chi uccide una ragazzina sia chi uccide un uomo, egregio ministro. Un uomo che quando è morto pesava 37 kg. Un silenzio assordante durato 9 anni non ammette divisioni ma solo condanne unanimi. Ed esemplari. Al cinema DB d’Essai, pieno come un uovo, diverse decine di persone non sono riuscite neppure ad entrare. Si proiettava "Sulla mia pelle", di Alessio Cremonini, un film che racconta con estremo equilibrio una storia terribile sulla quale ancora non esiste una verità giudiziaria. Voleva ricordare chi fosse, Stefano Cucchi, e cosa gli è successo. “Mostrare l'incredibile, ovvero le innumerevoli volte che di fronte a Stefano si è fatto finta di niente, o si è voltata la testa. E, così, interrogare il pubblico sulla loro morale, in un'epoca dove il ripiegamento su sé stessi e l'egoismo la fanno da padroni”. Successivamente l’incontro con Ilaria accompagnata dal suo avvocato. E le domande spontanee così come i cori degli ultras e gli abbracci delle persone che hanno avvertito l’esigenza di far sentire la loro vicinanza nella consapevolezza di aver subito un torto comune. Perché da chi porta la divisa non ti aspetteresti mai la violazione della legge. Un tutore della legge così come un rappresentante delle Istituzioni la Legge deve rispettarla, lui per primo, e farla osservare. Sempre. Nessuno naturalmente ha in animo di gettare fango su chi compie il suo dovere e indossa la divisa. Ci sono tanti uomini generosi che mettono a repentaglio quotidianamente la propria vita. Ma nessuno ha il diritto di sostituirsi a Dio nel decidere di togliere la vita a qualcuno. Neanche se fosse il più efferato criminale. Ti attenderesti che il comandante che ha “il cappello per comandare” tiri fuori dal cilindro una frase del tipo “Siamo dispiaciuti sinceramente” oppure “fuori le mele marce”. Ma la frase non l’ha sentita nessuno. Ilaria ha raccontato la sua sofferenza e ha fatto subito chiarezza anche sulla possibilità ventilata (E ferocemente rinfacciata) di un ingresso in politica. “Non ne ho nessuna intenzione”. Ha affermato chiudendo il discorso. Ha parlato di come sia stata fondamentale in questi 9 anni, “la vicinanza delle persone che ci fermano per strada e si immedesimano nelle nostre vittorie e fallimenti in noi rivedono il senso di frustrazione quotidiana che riscontrano nell’ostilità delle istituzioni”. Ilaria ha raccontato di aver paura. Paura delle minacce. Ha detto di non sentirsi nè protetta nè tutelata, “Perché chi mi minaccia probabilmente vede esempi più “in alto” che la pensano alla stessa maniera”. Non certamente gli Ultras. Lo hanno urlato. Lo hanno detto chiaramente da che parte stavano. Stavano dalla parte giusta. Ed io lo confesso, mi sono sentito uno di loro.

Marco Marinaci

dir. resp. IIsalentomagazine

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