Nardò, la minoranza a Palazzo Personè si autosospende dalle commissioni consiliari, chiesta la revoca delle funzioni del presidente del consiglio comunale

“Le continue violazioni dei regolamenti e delle norme di carattere nazionale che disciplinano il funzionamento dei lavori dei Consigli Comunali e delle commissioni non ci consentono più di tollerare un atteggiamento ostruzionistico da parte dei Consiglieri Comunali di maggioranza, con il benestare del Sindaco Mellone, che mira a boicottare la nostra attività amministrativa". A Nardò lo strappo è servito.

 

Sono ben  24 le sedute di commissione consiliare di controllo e garanzia che hanno registrato l’assenza costante della maggioranza. Dall'inizio della legislatura, giugno 2016. Ciò, come è noto, non ha fatto sì che si registrasse il numero legale, utile al normale svolgimento dei lavori delle commissioni di controllo.

"Le interrogazioni consiliari vengono discusse a distanza di oltre un anno, le proposte di delibera a nostra firma non sono mai state discusse". Carlo Falangone, Giancarlo Marinaci, Roberto My, Lorenzo Siciliano, e Daniele Piccione mettono in evidenza la scarsa propensione alla democrazia del sindaco di Casapound.  La misura adesso è colma.  Nell'ultimo question time convocato il 7 settembre del 2018 risultavano iscritte alla discussione delle interrogazioni aventi carattere d'urgenza la cui data di presentazione era quella Maggio, Giugno e Luglio 2017, in quell'occasione l'opposizione abbandonò l'aula in segno di disappunto.

IL SINDACO SNOBBA IL QUESTION TIME, ASSESSORI E UFFICI NON RISPONDONO ALLE INTERROGAZIONI - A nessuna interrogazione "Urgente a risposta scritta" è mai stata data risposta nè dagli assessori nè dagli uffici competenti. A tutt'oggi sono state negate le discussioni di proposte di delibera di consiglio comunale e mozioni presentate dagli scriventi. Adesso siamo stanchi di questi continui comportamenti arroganti, in barba alla tanto decantata trasparenza. Per questo abbiamo recapitato una missiva formale al Ministero dell’Interno e al Prefetto di Lecce, per chiedere un intervento immediato al fine di ristabilire il rispetto della normativa vigente, così da poter garantire la nostra piena agibilità democratica ed istituzionale e dunque l’esercizio delle nostre funzioni affidateci dagli elettori, un principio, questo, costituzionalmente garantito.

LA MINORANZA HA CHIESTO AL PREFETTO LA REVOCA DEL RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE - Abbiamo chiesto, a riguardo, al Prefetto di valutare la revoca dal ruolo di Presidente del Consiglio dell’attuale guida dell’assise comunale. Pertanto, è stata assunta la decisione unanime di autosospendersi da tutte le commissioni consiliari permanenti e dai lavori del Consiglio Comunale. In una missiva rivolta al Ministero degli Interni, al Prefetto, all'Autorità Anticorruzione si chiede che vengano adottate tutte le misure previste per ristabilire il rispetto della normativa vigente, il regolare funzionamento delle commissioni consiliari di controllo e la piena agibilità istituzionale dei consiglieri. Si chiede inoltre di procedere alla revoca delle Funzioni di Presidente del Consiglio Comunale ravvisandosi nella sua condotta reiterate e gravi inadempienze e omissioni. 

L'opposizione nella lettera fa riferimento ad una sentenza del Tar Puglia – Lecce, che con la n. 528/2014, ha evidenziato che "la giurisprudenza ha chiarito che la figura del presidente del consiglio è posta a garanzia del corretto funzionamento di detto organo e della corretta dialettica tra maggioranza e minoranza, per cui la revoca non può essere causata che dal cattivo esercizio della funzione, in quanto ne sia viziata la neutralità e deve essere motivata perciò con esclusivo riferimento a tale parametro e non a un rapporto di fiducia". 

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