Lecce: Filobus, approvato il Piano Industriale, l'obiettivo è rendere funzionale il servizio, chiedendo alla Regione di finanziarne l'esercizio

In un post su Facebook il sindaco di Lecce fa sapere che la sua giunta ha approvato il Piano Industriale dell’Esercizio Filoviario. Il sindaco ammette "La Città può teoricamente e senza danno interrompere il servizio, può vendere i mezzi ma è impedita dal rimuovere pari e fili". Ecco deciso il cambio di rotta.

Il documento trasmesso alla Provincia di Lecce nell'ambito delle osservazioni al piano dei trasporti di bacino - chiede il riconoscimento dei costi del servizio, quantificati in 5,63€/km, oltre Iva (contro i 7,7€/km attuali) per 496.577 Km/vettura (contro i 249.291 km attuali). 

Ciò comporterà la messa in esercizio della più importante opera di trasporto pubblico cittadina con un numero di vetture adeguato (10 più 2 di riserva), in grado di garantire sui percorsi stabiliti le necessarie frequenze di passaggio dei mezzi dalle fermate cittadine. Con il riconoscimento di questo Piano industriale avremmo maggiori corse, frequenze più intense, minori oneri nella gestione (più chilometri finanziati consentono di risparmiare).

Il 5 ottobre scorso - in una conferenza stampa alla città - precisai "fino alla scadenza del mutuo che il Ministero ha contratto per finanziare la realizzazione del filobus il comune non dispone della proprietà dell'opera e quindi non può deciderne liberamente cosa farne. Il ministero ha rinegoziato il proprio mutuo che ora scade nel 2035. Questo significa che la Città sarebbe teoricamente costretta a subire fino a quella data – ossia per altri 18 anni – il fallimentare sistema filoviario. 

Questo significa che la Città può teoricamente e senza danno interrompere il servizio, può vendere i mezzi ma è impedita dal rimuovere pari e fili. Può disinnescare il software ma non può toccare l’hardware. Abbiamo davanti due strade: fermare il filobus, senza poter rimuovere l’infrastruttura di pali e fili, condannandoci dunque ad assistere al suo deterioramento; provare a rendere funzionale il filobus, assicurando percorrenze adeguate e una frequenza di passaggio dei mezzi che consenta ai leccesi di cominciare utilizzarlo; per farlo bisogna in premessa intervenire su due leve: adeguamento dei km riconosciuti sui servizi minimi del TPL che sono inferiori di almeno 1 milione di chilometri rispetto alle necessità di Lecce; adeguamento del corrispettivo chilometrico per il servizio filoviario in assenza del quale la gestione ordinaria diviene insostenibile."

Questo Piano industriale parte da queste considerazioni e mette nero su bianco le esigenze finanziarie di quest’opera e le rende trasparenti.
Sulla base di queste chiediamo ora alla Provincia di Lecce di inserirle nel Piano di Bacino del trasporto pubblico locale e alla Regione di finanziare l’esercizio del filobus.

Come ho detto più volte la gestione della vicenda filobus non ha colori politici, se non quello dell’interesse della città. Si tratta del più grande investimento sulla mobilità urbana che Lecce abbia conosciuto, un investimento finora sbagliato, che rappresenta una eredità con la quale i leccesi faranno i conti ancora per anni. 
Questo provvedimento è l'ultimo tentativo possibile per salvaguardarlo

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