Nardò: anche l'elezione della commissione Pari Opportunità diventa un caso, "Serbatoi di postazioni per i non eletti e amici degli amici"

Ricordate la parabola di Federica Ruggeri? Melloniana della prima ora venne subissata dalle polemiche dopo un patetico tentativo di mettere in cattiva luce un consigliere comunale di opposizione. Si guadagnò una vignetta satirica. E' ancora nella commissione Pari Opportunità insieme ad Ilenia Marsella, candidata con Mellone, Mariangela Filieri, Stefania Re, Serena Filieri, Valentina Russo, Marzia De Giorgi ed Emanuela Chirico.  "Otto amiche, - scrive il sindaco - otto madri, otto donne meravigliose che rappresenteranno al meglio le donne neretine e che saranno coordinate dall'attivisima assessore Sara D'Ostuni". Sulla faccenda anche l'opposizione ha avuto da ridire. Il consigliere Siciliano con riferimento alla "Votazione per il rinnovo della commissione cittadina per le pari opportunità - parla di "Una votazione già concordata a tavolino da Mellone e i suoi e alla quale non ho inteso in alcun modo partecipare. La commissione pari opportunità è, o meglio dovrebbe essere, un organismo istituzionale autonomo di tutela e garanzia, che promuove l'uguaglianza tra i generi e rimuove gli ostacoli che costituiscono per le donne fattori di disuguaglianza diretta ed indiretta.
 
La composizione di questa commissione, per legge, avviene tramite un avviso pubblico al quale possono partecipare associazioni e/o movimenti. Nardò nutre la presenza di decine di associazioni, molte delle quali straordinariamente attive su diversi fronti. Ma a questo avviso pubblico del Comune, questa volta come cinque anni fa, partecipano solo associazioni politicizzate o amiche dell’attuale maggioranza, che propongono come componenti della commissione candidate non elette alle recenti elezioni o parenti strette di amministratori. La mancata partecipazione di tantissime altre associazioni che potrebbero essere coinvolte è dettata dalla sfiducia che queste nutrono sulla possibilità di avere delle loro rappresentanti in seno alla commissione, considerato che a scegliere le componenti è il consiglio comunale e quindi, all’insegna del miglior manuale cencelli, non c’è spazio per donne poco schierate.
 
Il risultato è quello di una commissione pari opportunità totalmente appiattita ai voleri e alla linea del sindaco e della sua maggioranza, che quindi smette di svolgere quella funzione terza ed autonoma di tutela e garanzia per le donne a cui è chiamata a rispondere. Pensate che nella precedente consiliatura questa commissione, le cui componenti percepiscono un gettone di presenza pagato da tutti i neretini, è intervenuta pubblicamente per un paio di volte per attaccare alcuni consiglieri comunali di opposizione, ma si è pavidamente astenuta dal prendere posizione in innumerevoli occasioni in cui erano coinvolti la maggioranza ed il sindaco in carica rispetto a temi riguardanti i diritti e le pari opportunità. Ancora una volta, quelli che dovrebbero essere organismi indipendenti dell’ente divengono serbatoi di postazioni per i non eletti e gli amici degli amici".
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