Non è solo nella giornata internazionale contro la violenza sulla donna che se ne dovrebbe parlare…

Ogni giorno, milioni di donne subiscono violenza psicologica tra le mura domestiche; insulti, minacce, molestie, svalutazioni, ricatti morali, offese, sono all’ordine del giorno e, molte di loro, non riconoscono questo tipo di violenza, subdola e svalutante, che mira a distruggere l’integrità, l’autostima. Ad annientare il sé, ad infondere insicurezza, sudditanza psicologica e dipendenza da coloro che la agiscono… la perpetuano…
Ci vorrebbe un lungo lavoro di informazione e rieducazione che miri a far riconoscere i campanelli di allarme, che facciano riconoscere la violenza psicologica, l’amore molesto, insano e patologico… perché non è amore se si viene umiliate, maltrattate, derise e svalutate… non è amore se si viene ricattate per ottenere propri scopi, non è amore se si pensa di dover guadagnare l’approvazione e l’attenzione dell’altro… non è amore se si rinuncia a una parte di sé per gratificare l’altro…
 
Molte vittime di violenza psicologica sono deboli ed incapaci di ribellarsi, molto spesso sono persone dipendenti e fragili, che hanno bisogno dell’altro per esistere, per essere riconosciute e per un bisogno di approvazione e di amore che loro stesse non hanno verso se stesse… molte volte credono che subire svalutazioni e offese sia meglio che stare sole… bisognerebbe lavorare sull’autostima, sull’accettazione di se e sulle proprie debolezze per poter vincere la paura di uscire fuori dai rapporti patologici e malati.
 
Denunciare è un primo passo verso la propria autonomia e verso la libertà, ma prima di questo passo, bisognerebbe riacquistare fiducia in se stesse, nelle proprie potenzialità, nelle proprie capacità, perché anche le proprie debolezze e le proprie fragilità sono un punto di forza se gestite e incanalate nella direzione giusta, verso la crescita ed il riscatto personale
 
Maria Pia De Giovanni
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