Salvemini: "Il quartiere della stazione non è una terra di nessuno. Su quel quartiere sono previsti tanti investimenti che segnalano l’attenzione del Comune e delle istituzioni"

Il sindaco Carlo Salvemini interviene sulla conclusione delle indagini delle forze dell'ordine che hanno portato all'individuazione del responsabile della morte di Leonardo Vitale, artista di strada morto a seguito delle ferite riportate dopo una rapina.

 

«Il responsabile della morte – in conseguenza di rapina – di Leonardo Vitale – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – è stato fermato e si trova in carcere. Le indagini della Questura di Lecce lo hanno prontamente individuato e fermato, ottenendo la piena confessione. Ringrazio il questore e il personale della Polizia di Stato. Il veloce esito delle indagini non cancella minimamente il dolore per la perdita di un artista che è stato una presenza costante con il suo lavoro sulle strade del centro cittadino. Alla sua famiglia vanno le mie più sentite condoglianze.

Il quartiere della stazione non è una terra di nessuno. Su quel quartiere sono previsti tanti investimenti che segnalano l’attenzione del Comune e delle istituzioni: le opere di ribaltamento degli accessi, il rifacimento del Piazzale e di Viale Oronzo Quarta, il cantiere dell’Hub di Innovazione sociale Officine Mezzogiorno, che si aprirà a breve proprio nell’ex officina ferroviaria, oltre al restyling a cura di RFI che ci consegnerà una nuova e più moderna stazione ferroviaria. Oltre a questi progetti, da marzo, in via Don Bosco, è stato attivato il centro di prossimità Casa Comune, su input della Fondazione Emmanuel e in stretta sinergia con enti locali e forze dell’ordine, per offrire servizi minimi come deposito bagagli, docce, ristoro, ai senza fissa dimora e a chi si trova in condizioni di emarginazione, isolamento o povertà.
A questo proposito, resta a Lecce, come nelle altre città, il grande tema nazionale della presenza di migranti non regolari sprovvisti di diritti, assistenza, percorsi di integrazione. Invisibili. È una presenza che andrebbe gestita fornendo anche alle amministrazioni locali e alle realtà del Terzo settore strumenti adeguati al recupero e all’inclusione, che negli ultimi anni sono stati invece depotenziati. Non possiamo tollerare reati e violenze, che dobbiamo reprimere. Ma se vogliamo affrontare il tema in modo maturo ed efficace occorre anche attrezzarsi per prevenire il rischio che gli “invisibili”, se totalmente abbandonati a se stessi, non trovino davanti a sé altra strada se non la delinquenza per sopravvivere».

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