I dolori del giovane Werther: cittadini disattenti e superficiali, benvenuti nella città della Rivoluzione di cartone pressato

Come spacciatore di chiacchiere l’Asfaltatore Mellone è imbattibile, nessuno è al suo livello. Basta pensare al suo chiodo fisso: quello della sedicente rivoluzione.

 

Urla almeno 5 volte al giorno, come i pasti degli inglesi, che ha sradicato il vecchio, che ha rimosso totalmente le vecchie consorterie che dominavano la città, Che è stato instaurato un nuovo corso che così nuovo non si era mai visto. E i creduloni abboccano. Senza preoccuparsi di verificare quello che la grancassa propagandistica melloniana spaccia ogni momento della giornata.

A ben guardare, senza fasciarsi gli occhi di prosciutto, nelle sue fila ci sono ex-sindaci ed ex-assessori buoni per tutte le stagioni che ha riciclato nelle sue liste. Dove trovano posto, neanche tanto defilato, eredi diretti delle peggiori gestioni affaristiche partitiche di Nardò. E si fanno notare anche elementi di terza e quarta fila della vecchia prima e seconda repubblica. Che forse si sono messi in proprio o che forse ancora sono filoguidati dai vecchi capicorrente per i quali strisciavano e facevano il lavoro minuto.

Ed ancora tra i suoi consiglieri occulti si annidano vecchie cariaditi che danno suggerimenti da volponi stagionati dell’arte di gestire cinicamente il potere.
Ma nelle azioni amministrative si vede il vecchiume stantio delle metodologie di gestione della città.

Lavori pubblici e lavori pubblici, appalti e incarichi erano il mezzo con cui le antiche oligarchie cittadine gestivano il potere e favorivano l’ascesa economica di tanti parvenu del sottobosco demo socialista tra gli anni 60 e 80.

Non si intravede alcuna novità, alcuna originalità gestionale che possa attrarre e far sviluppare iniziative veramente nuove. C’è solo una rimasticatura di quanto già fu fatto nei decenni scorsi da chi amministrò questa città. Vecchie idee, vecchie tecniche, antiquate decisioni e vetuste e logore iniziative.

Quale rivoluzione? Nessuna.

Solo alcune figure apicali sono cambiate e veramente sono interpretate da figure di scarso rilievo qualitativo, inadeguate in tanti sensi , ma pronte a tutto pur di mantenere quel barlume di visibilità che lo straripante Asfaltatore lascia loro. Poveri di idee, poveri di contenuti, poveri di raziocinio e di capacità di analisi. Strapieni di ambizione e di arrampicate sociali per cui sinceramente non hanno neanche le pur minime basi. Pontificano del nulla da testi preconfezionati dallo staff comunicativo che, graziosamente, l’Asfaltatore concede loro di leggere.

Così languono le problematiche legate all’Edilizia Residenziale Pubblica (avete sentito ipotizzare la ricerca di fondi per nuove case popolari?). Come pure languono le complesse tematiche del settore urbanistico (che fine ha fatto la consultazione lanciata sul nuovo PUG e poi abbandonata?). Ed ancora nessun provvedimento o ragionamento è stato fatto sui larghissimi vuoti del personale comunale che incidono negativamente sui servizi ai cittadini. Nessuna Linea di condotta che sia di orientamento e stimolo per l’agricoltura che sta vivendo difficoltà importanti per la devastazione xylella.

Analoga assenza nel settore ambiente ridotto alla statica contemplazione del Parco di Portoselvaggio di cui si ignora la natura artificiale delle aree boscate. Natura artificiale che imporrebbe una sagace manutenzione delle essenze arboree pioniere che si avvicinano pericolosamente alla fine del loro ciclo vitale.
Anche il completamento di alcune infrastrutture essenziali non vede alcuna attività dell’amministrazione comunale che, ad esempio, non sollecita l’attivazione del corso alternativo del torrente Asso che lo allontanerebbe dal centro urbano. Come pure tutto tace sul completamento della circonvallazione che diminuirebbe il traffico di attraversamento della Città.

In conclusione inerzia assoluta su ogni settore che non sia legato ai lavori pubblici, settore che è ritenuto l’unico volano dell’accrescimento dei consensi nell’elettorato e del consolidamento di una nuova oligarchia di potere che è una tigre di carta. La famosa mistificazione melloniana della rivoluzione è in realtà un ben orchestrato inganno con cui si gettano spessi strati di nebbia e di fumo negli occhi dei cittadini disattenti e superficiali. E’ una colossale menzogna mediatica che nasconde un vuoto assoluto di ogni capacità direzionale della comunità cittadina. Rendersene conto dovrebbe avere come conseguenza il rifiuto assoluto del ben misero modello di gestione dell’Asfaltatore e dei suoi accoliti.

Werther Messapo

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