I dolori del giovane Werther: senza freni "Il PD, il teatro dell'assurdo...e Nardò si prepara a languire per un altro quinquennio"

Continuano le scene del teatro dell’assurdo sullo scenario preparatorio delle comunali a Nardò del prossimo autunno. Mentre Mellone l’Asfaltatore continua a reclutare carne da cannone, pardon candidati, da usare come piramide e piedistallo su cui costruire un secondo mandato da sindaco, gli oppositori si dibattono in parossistiche convulsioni di gente che ha perso ogni tipo di bussola.

 

Uno sbiadito PD si trascina a rimorchio delle decisioni baresi, è ridotto ad una secondaria comparsa che non conosce alcun copione e a malapena balbetta qualche battuta scopiazzata qua e là. Condannato in via definitiva a scomparire come soggetto autonomo si trascina stancamente ai comandi del gauleiter Emiliano, in realtà non si trascina neanche, striscia solamente.

Altrettanto patetica l’involuzione di due sedicenti candidati come Cozza e Losavio; partiti lancia in resta contro il mulino a vento Mellone si rendono finalmente conto di essere soli. Non hanno candidati, non hanno liste (hanno solo pubblicizzato vuote sigle) non hanno firme di presentazione. Non hanno nulla praticamente se non loro stessi.
Ora si coalizzano per non fare la stessa figura del loro collaterale (di Losavio) Maglio 5 anni addietro, un candidato che sparì nel giro di un pomeriggio. Cianciano di mirabolanti nuove aggregazioni, delineano grandi e decisive alleanze ma finora non hanno in mano neanche il classico pugno di mosche. Chiacchiere tante sostanza nessuna. Indicano la possibilità di sinergie con Rino Dell’Anna, che ormai non rappresenta neanche se stesso dimentico della canzone di Cochi e Renato “…c’è chi un giorno ha fatto furore…”.
La sostanza è che questa alleanza varrà ancora meno dei singoli componenti.

Alla finestra rimangono le candidature di Mino Frasca e di Stefania Ronzino. La Ronzino rimane l’unico autentico elemento di novità del panorama amministrativo di Nardò però è arrivata troppo tardi e su di essa non hanno saputo convergere (per meschini egoismi personali) le forze autenticamente all’opposizione dell’Asfaltatore.

Mino Frasca ha qualche fondata speranza di partecipare ad un eventuale ballottaggio ma sta conducendo una campagna elettorale classica priva di un convinto mordente e della determinazione dura e puntigliosa necessaria a contrastare l’armata brancaleone dell’Asfaltatore che trabocca di contraddizioni che nessuno mette a nudo. Frasca non rompe gli schemi, non attacca a testa bassa, non contrasta duramente e su ogni singolo punto Mellone e i suoi accoliti. Si esercita in un fair-play che potrebbe anche far pensare alla necessità di non tagliare del tutto i ponti con l’asfaltatore e i suoi disinvolti metodi amministrativi incentrati solo su lavori pubblici ed appalti.

Su Falangone è anche inutile soffermarsi, la sua figura voluta da Emiliano e Loredana Capone somiglia tanto a quelle “dame dello schermo” che i reali francesi utilizzavano per deviare i pettegolezzi di corte dalle effettive “favorite del Re”. E Nardò si prepara a languire per un altro quinquennio stretta fra il diluvio di spesa pubblica improduttiva, in termini di sviluppo economico e lavorativo, di Mellone e l’inattività dannosa dei suoi oppositori.
Werther Messapo

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