Da ogni parte si invoca la legalità, si invoca anche la trasparenza; a parole naturalmente perché nei fatti concreti la musica è del tutto diversa.
C’è chi ha nuociuto alla comunità cittadina e ai suoi interessi ma fida nella scarsa memoria dei cittadini perché i danni sono stati compiuti decenni e decenni addietro. E da allora molti sono defunti, molti altri sono decisamente invecchiati, tanti erano in tenera età o addirittura non erano nati. Quindi è molto ridotta la platea di coloro che ricordano, quasi nessuno ricorda chi approvò insediamento e l’attività della discarica di Castellino ad esempio.
Così per prendere un fatto a caso.
Figurarsi se c’è nessuno che ricorda cose più o meno impattanti ma che ebbero minore clamore nella pubblica opinione. Ci sarebbe da divertirsi ad aprire gli archivi degli atti ufficiali ed a leggere le firme in calce a certe decisioni che pesano ancora sul groppone degli abitanti di Nardò. E magari qualche firmatario circola ancora e si è rivestito della bianca tunichetta del battesimo tanto si spaccia per immacolato, innocente come un fiore di campo.
C’è poi chi sta nuocendo a Nardò e ai suoi cittadini fidando nel potere dissimulatore delle cortine di nebbia del fumo prodotto con gli specchietti delle allodole sparsi negli ultimi anni.
Arti magiche che fanno scomparire il marcio con tecniche che farebbero crepare d’invidia Harry Potter. Sapientemente mescolati a tecniche di propaganda rispetto alle quali i metodi del dr. Goebbels sembrano giochi per educande.
C’è, ad esempio, chi da oppositore chiedeva resoconti economici di tutto. Voleva sapere quanto si spendeva per gli abbonamenti a periodici e giornali (a proposito ma l’abbonamento a “La Gazzetta del Mezzogiorno” è stato sottoscritto ora che il perfido agente della perfida Albione è stato sostituito?), voleva sapere quanto si spendeva per l’illuminazione pubblica.
Voleva conoscere i costi per i servizi telefonici comunali, chiedeva conto delle spese per la fornitura di acqua allo stadio comunale, le spese per carburanti, materiali di consumo e manutenzione per automezzi comunali (a due, tre o quattro ruote). Eccepiva i costi per climatizzazione estiva e riscaldamento invernale per tutti gli edifici a gestione comunale.
Si sarebbe attesa attenta gestione e completa rendicontazione di tutti questi settori ora che il vecchio oppositore è diventato capo dell’amministrazione e gestore in prima persona di tutti i servizi. Invece assordante è il clamore del silenzio che regna su questi aspetti dell’amministrazione della città.
Certo con la tacita complicità dell’odierna opposizione silenziosa come un defunto nelle tombe del cimitero.
Poi si arriva alla trovata intellettualmente poco incline alla correttezza dell’ACCONTO della Tari con cui si intima a tutti i cittadini di pagare un ACCONTO sulla tariffa dei rifiuti, acconto pari al 95% della tariffa dello scorso anno, salvo un conguaglio a fine anno magari dopo lo svolgimento delle elezioni comunali nella cui campagna spacciare uno sconto del 5% (temporaneo) per accalappiare qualche voto in più.
Piccoli raggiri da gestori del gioco delle tre carte nei bassifondi di qualche periferia degradata. Non parliamo poi dell’elusione delle leggi che dovrebbero limitare le spese elettorali; queste norme chiedono a tutti i candidati (eletti e non) di rendicontare le spese sostenute in campagna elettorale nel periodo di durata ufficiale della stessa. 30 giorni o poco più. E tutte le spese sostenute da chi ha cominciato a stampare ed affiggere manifesti mastodontici 9 mesi prima dell’apertura ufficiale della campagna elettorale? Non vanno conteggiate, lo dice la legge.
Bene evviva la cultura del raggiro delle regole. Dell’elusione. Contro cui scagliarsi novelli emuli da strapazzo di Savonarola se praticata dagli avversari mentre diventa lodevole iniziativa se perpetrata dai propri seguaci. Etica di infima lega, propria di chi è inciuciatore.
Werther Messapo