A Nardò non è mai il tempo delle donne, storia semiseria di una politica declinata irreversibilmente al maschile

Antigone è la protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle. Sono reminiscenze liceali, ricordo ancora uno spettacolo meraviglioso nel teatro greco di Siracusa. La compagnia era quella del validissimo Turi Ferro. E’ in quel tempo che il sessismo lo metti da parte.

Tutto merito del mio professore ai tempi del liceo, un autentico fuoriclasse. Figlia del rapporto incestuoso tra il re tebano Edipo e la regina Giocasta, nonché sorella di Eteocle e Polinice. Antigone è  figura emblematica, simbolo della lotta tra la legge pubblica dello Stato e i sentimenti famigliari. Ma anche della emancipazione femminile. La storia lasciataci in eredità da questa giovane e coraggiosa donna è evidente: “non anteporre mai nulla alla nostra umanità! L’esistenza delle leggi è logica per poter regolare uno Stato, ma di fronte all’ingiustizia e alla crudeltà del sistema Antigone vuole ricordarci di praticare l’umanità, l’amore, la giustizia e la clemenza, perché solamente rispettando questi valori potremo ancora vantare il diritto di chiamarci esseri umani”. Nel dare uno sguardo ai candidati alla poltrona di primo cittadino mi ha colpito molto la totale assenza di donne. Provano al massimo a correre per l’ingresso in consiglio. E’ il segno di una certa rozzezza, e di una subcultura che relega le donne a ruolo di sempiterne comparse e si priva, volutamente, del loro indubbio talento, delle grandi capacità di mediazione, della loro visione e dell’indispensabile buon gusto. E’ il segno soprattutto di una cittadina chiusa nelle proprie sparute e inossidabili conventicole, e figlia di una politica limitata, miope e declinata rigorosamente al maschile. Non vince mai il migliore ma, di solito, il più intrallazzone, chi si guadagna, costi quel che costi, l’appoggio dei potentati locali, sacrificando persino la propria indipendenza di giudizio e la propria autonomia sull’altarino di uno strapuntino. La conditio sine qua non è che sia irrimediabilmente maschio. Donna vade retro! Un pretino che raccoglie il consenso si trova sempre giusto? Al di là dei personalismi e delle legittime ambizioni non vi è ombra di idea, il confronto, ad oggi, pare assolutamente evanescente. Dove sono i programmi volti alla crescita della città? Farete un bel copia e incolla e li renderete pubblici quando il tempo prima delle elezioni diventerà via via più esiguo? "Cambia il vento ma noi no, e se ci confondiamo un po' è per la voglia di capire chi non riesce più a parlare ancora con noi...".

 

M.M.

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