Giancarlo Marinaci:"Trasformare il Sambiasi in un Poliambulatorio è stata una beffa, non solo per la nostra Città anche per i comuni vicini"

Sono diversi i candidati neritini al consiglio regionale, tra di essi Giancarlo Marinaci, consulente sindacale, classe 1974. E' attualmente vice presidente del consiglio comunale di Nardò in quota all'apposizione. Si candida nella lista “Popolari con Emiliano”.

 

L'appuntamento con le Regionali è "politicamente parlando" tra i più difficili. Chi glielo ha fatto fare? 

Ci ho pensato tanto. Dopo una lunga riflessione, e anni di impegno al servizio della nostra comunità, al fine di individuare le possibili soluzioni ai problemi che lacerano la nostra Nardò, ho deciso di candidarmi alla Regione. Una scelta non facile ma certamente non più rinviabile. E' indispensabile cercare di dare una risposta reale e concreta a chi mi sostiene e ai tanti che ripongono la loro fiducia nella mia persona. Ritengo ancor più indispensabile l’impegno politico, soprattutto alla luce della emergenza Covid in un contesto di disagio economico per la mia comunità di proporzioni inaudite. La politica è chiamata a dare risposte certe, in tempi rapidi. E spesso non è così.

Lei ha scelto lo schieramento Progressista. Per quali ragioni?

La ritengo una inevitabile scelta di campo. Sono orgogliosamente un uomo del Sud. E da buon salentino non voterei Lega nemmeno sotto tortura. Vorrei ricordare per altro a chi ha la memoria corta che la Lega Nord è il più vecchio partito attualmente in Parlamento, è stato diverse volte al governo e molti dei suoi esponenti sono stati ministri. È, insomma, un partito che fa parte di quell’establishment che tanto critica e contro il quale finge di scagliarsi. Votare il partito di Bossi e Salvini significa, dulcis in fundo, consegnare le chiavi del nostro Paese alla classe dirigente del Nord. A Bossi preferisco l’esempio, la statura e l’appassionato meridionalismo di Aldo Moro che era di Maglie e non certo di Cassano Magnago.

Sulla scorta della sua esperienza quali ritiene debbano essere i settori privilegiati della sua azione politica?

Welfare e Sanità sono le grandi sfide che mi sento di raccogliere e che vanno affrontate con quell’orgoglio e quella consapevolezza che solo la sanità pubblica può vantare. Una sanità che funziona significa buona accessibilità e servizi tempestivi e appropriati. Sentire parlare ancora oggi di liste di attesa è un'offesa nei confronti dei cittadini, ed una falla che andrebbe subito turata. Cancellare l’ospedale di Nardò è stata una decisione disastrosa. Ricordo ancora mio padre che citava spesso come esempio un chirurgo, Colonna, che ha fatto la storia della nostra medicina territoriale. E smesso camice e bisturi se ne andava in campagna. E’ stato un grande esempio di competenza, semplicità e generosità. L’ospedale era davvero un presidio, una grande opportunità che andava salvaguardata e difesa con le unghie e con i denti. Trasformare il Sambiasi in un Poliambulatorio è stata una beffa, e – mi creda – non solo per la nostra Città anche per i comuni vicini. Un welfare efficiente significa poter dare risposte concrete a bambini, giovani, donne e famiglie. Io ci sono!

 

La foto di copertina è del fotografo Aristide Mazzarella



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