Parentopoli al Comune, opposizione all'attacco: “Mellone spieghi alla città a chi ha affidato diversi beni pubblici. I consiglieri di maggioranza stacchino la spina a questa Amministrazione”

Dopo la sua elezione il sindaco Mellone aveva promesso che con lui non ci sarebbe stato spazio “per gli amici degli amici”. Infatti secondo le forze dell’ordine Mellone sarebbe andato ben oltre gli amici preoccupandosi anche dei parenti.

È notizia di queste ore che la Divisione Anticrimine della Questura a fine febbraio ha trasmesso alla Procura di Lecce dossier riguardanti una presunta “parentopoli” al Comune di Nardò. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti beni e servizi comunali che sarebbero stati affidati direttamente a parenti di amministratori dell’attuale maggioranza guidata da Mellone.

Naturalmente attendiamo l’esito delle indagini nel pieno rispetto del lavoro della magistratura. Il sindaco tuttavia ha il dovere di chiarire al più presto questa vicenda che va ad aggiungersi ad altri, troppi episodi che hanno a che fare con il mancato rispetto delle regole da parte sua e di chi gli è vicino. I proclami social non bastano più a nascondere il rapporto sempre più “conflittuale” tra questa Amministrazione e la legalità. 

Da tempo le forze di opposizione, in Consiglio e fuori, nella derisione e nell'arroganza di chi governa la città denunciano sistematiche violazioni di norme e regolamenti (statuto del Comune, delibere, affidamenti, ecc.) da parte dell’Amministrazione Mellone. La città deve svegliarsi dall’incubo. L’appello finale lo rivolgiamo a chi, a volte in buona fede e a volte chiudendo uno o entrambi gli occhi, a Palazzo Personè sostiene ancora Mellone. A loro ripetiamo ancora una volta: “Staccate la spina a questa Amministrazione o rischiate di scrivere le pagine più buie e violente della storia della nostra Nardò”.

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