La lettera aperta: "I bambini e il contagio da Covid-19"

In questi giorni molti bimbi, anche incoraggiati dalle loro insegnanti via internet, hanno scritto poesie e filastrocche, per manifestare il loro punto di vista in merito alla situazione, strana che stanno vivendo. Ad una condizione d’obbligo a stare segregati in casa, per paura di essere contagiati dal coronavirus.

I pediatri e psicologi, nonostante una circolare del governo che autorizzi i genitori a passeggiare nelle vicinanze delle proprie abitazioni, hanno messo in guardia e sconsigliato di allentare la presa, ed uscire di casa.

Il problema, se problema vogliamo farlo diventare, si pone in particolare per quei genitori separati. Ma è ovvio che non parliamo di tutti i genitori, perché si presuppone che la maggior parte siano persone responsabili ed informati, che hanno a cuore e si prendono cura della salute dei loro figli.              

Ma parliamo di coloro che proseguono con ostinazione a pretendere a tutti costi di stare con i loro figli, per non far venire meno il loro diritto di visita, e vorrebbero portare da un Comune all’altro questi bambini, come se nulla stesse accadendo di straordinario nel nostro mondo, ignorano i rischi reali di questa fase storica così delicata.

Allora la domanda che si pone è la seguente, e l’ho girata per primo al Presidente del Consiglio di Ministri, al Dr. Giuseppe Conte affinché divulghi un decreto, se viene prima il diritto alla salute di un/una bambino/a, il diritto alla sua incolumità fisica, o il reclamo egoistico di un genitore, pur legittimo, a stare con suo figlio/a?

Il Tribunale di Bari, qualche giorno fa, ha provveduto ad emanare un decreto di sospensione delle visite padre-figlio finché non sarà cessata l'emergenza epidemiologica in atto, coincidente con il momento in cui sarà consentito ad un padre di potersi muovere liberamente per raggiungere i figli senza pericoli per la loro salute.

Il Tribunale di Bari nell'ambito di una causa di separazione in corso tra due genitori residenti in comuni diversi della provincia di Bari, ritenendo "prevalente" il "diritto alla salute dei minori", il giudice ha ordinato alla madre "di favorire i contatti audio-video anche pluri-giornalieri tra il padre e suo figlio attraverso l'utilizzo di tutti gli strumenti tecnologici disponibili".

Con questo provvedimento "provvisorio e urgente", il giudice Saverio de Simone, presidente della prima sezione civile, ha così accolto la richiesta della madre di "sospensione degli incontri" per il rischio di contagio da coronavirus legato allo spostamento dei bambini da un comune all'altro.

Credo sia primario, in un momento particolare e storico come questo che stiamo vivendo, e come più volte il Premier Conte ha ribadito in questi giorni e ci ha ricordato, garantire la salute e l’integrità fisica di noi tutti, ed anche dei nostri bambini sancendo per decreto la sospensione degli incontri padri-figli.

Maurizio Maccagnano

  

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