Lucio Tarricone:"Su Craxi un’enfasi ipocrita alimentata da reduci nostalgici che non hanno avuto il coraggio di opporsi a chi liquidò la gloriosa tradizione del Socialismo"

"Da ladro volgare a Mussolini in sedicesimo, nella graffiante interpretazione grafica datane da Giorgio Forattini, sino alla più recente “l’antipatico” coniata da Claudio Martelli". Lucio Tarricone del Centro studi "Salento Nuovo" interviene nel dibattito riguardante l'ex esule ad Hammamet.

"Per Bettino Craxi le definizioni elaborate nel tempo, tanto in quello della “fortuna” quanto in quello della “disgrazia” non si contano. Pur cogliendo , ognuna, una parte del carattere dell’uomo non riescono a restituirne la realtà del suo essere stato uno dei protagonisti della storia italica. La ricorrenza del ventennale della morte e la contemporanea uscita del film con l’interpretazione magistrale di Favino hanno ridato fiato all’enfasi dell’ingiusto destino del leader “socialista”. Un’enfasi ipocrita e poco credibile alimentata ad uso di una schiera di reduci nostalgici che non hanno avuto, a suo tempo, il coraggio di opporsi alla lucida follia di chi, come Craxi, liquidò nel giro di un decennio la gloriosa tradizione del Socialismo italiano. Di quello dei Pertini, De Martino, Nenni, Lombardi.

Del Socialismo che riempiva le sezioni di partito e celebrava con orgoglio il trionfo della democrazia nelle battaglie per i diritti civili e sociali dell’Italia del secondo novecento. L’avere stretto le mani a Reagan o alla Tatcher e l’aver seduto ai tavoli con i “ grandi” è stato il frutto di una stagione consumata trasformando il partito in una macchina di potere personale o di consorterie locali, alimentata da fiumi di denaro sporco, e pagata con l’emarginazione e la mortificazione della parte migliore, più onesta e pulita del Partito Socialista. La cifra della vera essenza del “ cinghialone” , per tornare al lessico dell’epopea craxiana, è la viltà nel non aver voluto affrontare le proprie responsabilità lasciandosi giudicare e accettando il verdetto della Giustizia che, come dice la Costituzione, è amministrata in nome del popolo sovrano".

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