L'editoriale: la democrazia calpestata, il mega digestore, e quella fottuta paura del confronto

Si è tenuto a Bari presso l’Hotel Palace il XII congresso regionale del Partito Socialista Italiano di Puglia, al quale hanno preso parte i delegati eletti in occasione delle assemblee provinciali svoltesi in occasione del recente congresso nazionale. E’ stata presentata un’unica mozione dal titolo ”Per il Rinnovamento del partito e per il rilancio dei Socialisti uniti in puglia” e proposta la candidatura a segretario regionale di Claudio Cesaroni della Federazione di Bari.

 

Al congresso hanno preso parte partiti e i movimenti di centrosinistra, i sindacati e le associazioni e fondazioni di ispirazione socialista. Presente anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il Sindaco della città metropolitana di Bari e presidente Nazionale ANCI, Antonio Decaro. Presente naturalmente uno dei riferimenti del PSI a Bari Alberto Tedesco.

Al congresso sono stati avvistati anche l’assessore all’ambiente del comune di Nardò Mino Natalizio accompagnato da un suo amico avvocato. Presenti anche altri neritini, tra i quali un ex dirigente oggi in pensione della Asl. Il congresso è un momento di confronto di rilievo in un momento in cui ci si interroga rispetto agli schieramenti ed alle candidature in vista della prossime regionali. Non è certamente un mistero la possibilità che si profili una candidatura doppia sia nello schieramento di centrodestra sia nel centrosinistra. Insieme ad Emiliano circolano con insistenza i nomi del senatore Dario Stefano, dell’ex sottosegretaria del governo Renzi Teresa Bellanova, e di Elena Gentile vendoliana della prima ora ed ex europarlamentare.

Le regionali sono considerate dai più anche uno spartiacque di grande rilevanza in vista dell’appuntamento con il rinnovo a Nardò del consiglio comunale in un momento politico davvero confuso. In una riunione la maggioranza ha discusso ampiamente della prospettiva riguardante la corsa alla regione. Sul tavolo vengono oramai da tempo snocciolati anche alcuni nomi, oltre a Giancarlo Marinaci che ha già da tempo annunciato di voler prender parte alla complicatissima tenzone elettorale, e l’uscente penta stellato Casili, tra i papabili ci sarebbe anche l’ex presidente di SGM Mino Frasca che ci riproverebbe, magari incassando l’appoggio proprio della maggioranza di Mellone, e Giulia Puglia la cui candidatura potrebbe essere vista di buon occhio proprio dal primo cittadino che sulla stessa nutre grande fiducia.

Nella riunione segretissima, si sarebbe dovuta tenere in un bar, organizzata dalla Alleanza per il cambiamento all’ordine del giorno oltre alle candidature in vista delle regionali potrebbero essere state trattate anche alcune vicende che riguarderebbero le modalità dei lavori dell’esecutivo. Pare che qualcuno, probabilmente qualche assessore, si sia lamentato della eccessiva celerità con cui in qualche caso si firmerebbero gli atti. Si sa. E la storia anche recente lo ha insegnato, alcune questioni sono così complesse e delicate che necessitano di essere verificate con estrema attenzione e prudenza anche negli aspetti più squisitamente tecnici. Le firme inevitabilmente restano impresse su carta e con esse la paternità degli esponenti politici su atti che hanno indubbio rilievo.

A volte anche una riunione, come si faceva una volta, di pre-giunta, potrebbe consentire una maggiore disanima dei documenti e magari tranquillizzare chi sente “logicamente” anche il grande peso della responsabilità negli atti che recano la sua firma. E decidono della vita della comunità. A proposito. Agosto è un mese in cui tradizionalmente il rimpasto di solito a palazzo non si fa attendere. Mellone lo giustificò con la necessaria verifica e con la rilevazione di un po' di “Lentezze e amnesie”. Con l’ingresso di Tollemeto, Natalizio e Giulia Puglia si intendeva, queste almeno le intenzioni, “tirare la volata”. Gli equilibri però, si sa, sono sempre precari e difficili da tenere a posto e le inevitabili fibrillazioni potrebbero anche dare la stura ad un nuovo rimpastino della giunta Mellone, anche per quei correttivi necessari a consolidare l’esecutivo in vista dell’appuntamento con le regionali. Dopo Daniela Dell’Anna, Stefania Albano ( a cui è subentrata la coriacea Bernardetta Marini) ed il saggio ma scomodo Graziano De Tuglie chi sarà il prossimo?

A proposito di democrazia. Venendo meno il numero legale nell’ultimo consiglio comunale aperto non si è discusso in maniera democratica dell’argomento posto all’ordine del giorno, il mega impianto di compostaggio. Il consiglio dunque è come se non si fosse svolto. E tutto ciò nonostante la diffida e la sollecitazione del Prefetto, ritengo che molto semplicemente sia stata calpestata la democrazia. Marcello Greco che ha fatto la “velina” leggendo parte della missiva inviata dall’assessore all’ambiente (Visto che l'assessore era presente avrebbe potuta leggerla direttamente lui non vi pare?) all’Ager con cui si evidenzia la rinuncia ad accogliere l’impianto,  ha parlato di incontro surreale ed inutile. Come dargli torto?

Fermo restando che non si tratta di un atto di giunta né di consiglio, la differenza rispetto ad una missiva, che per me è carta straccia e non certo il vangelo, dovrebbe essere ben compresa dai più. Sarebbe stato probabilmente più corretto, egregio consigliere, intervenire dopo aver consentito a tutti i suoi colleghi, sia di maggioranza che di opposizione di prender parte al dibattito. Senza abbandonare l’aula e darsi alla fuga come i topi che abbandonano la nave che affonda. E dinanzi ad un sindaco, quello di Tuglie che è venuto ad ascoltare e che avrebbe meritato rispetto. Il sindaco Mellone aveva l’obbligo di essere presente e di dire come la pensa in modo chiaro.

L'assenza a cui è seguito il solito inutile selfie dinanzi a lavori di ordinaria amministrazione è ovviamente ingiustificata e incomprensibile. Avrebbe dovuto esprimersi con chiarezza. Con la stessa chiarezza, anzi anche maggiore, con cui scrisse una lettera inviata a tutti i cittadini in cui ammise candidamente di voler “realizzare un impianto di compostaggio pubblico per trasformare l’organico in terriccio”. Dicendosi inoltre, pur di realizzarlo, disponibile al referendum.

Il sindaco nella letterina si è dimenticato di dire che l’impianto sarebbe stato collocato a due passi dalla marina di Sant’Isidoro e che avrebbe trattato una quantità cospicua, circa 60 mila tonnellate, cioè l’organico di diversi comuni. E come se non bastasse, come ha sostenuto con il consueto rigore l’ambientalista Massimo Vaglio, si tratta di un rifiuto che nella fattispecie non viene distrutto.

Infatti il mega impianto non produce un compost di qualità ma un prodotto che non si sa dove smaltire. Dulcis in fundo l'impianto di compostaggio non produrrebbe alcun vantaggio nè sul piano economico nè sul piano ambientale. Davvero qualcuno crede al ventilato sconto sulla tariffa? Ma se è aumentata di oltre il 14 % nonostante un sistema “spinto” di raccolta differenziata di cui si fanno carico, con grande senso di responsabilità e ogni giorno i cittadini. Sorvolo infine, egregio consigliere Greco, per carità e misericordia, sui manifestini affissi nell’aula dedicata al compianto "Lorenzo Capone" in cui non si consentivano le riprese a chi non avesse presentato preventiva richiesta di autorizzazione. Di autorizzazione, guarda caso, ve ne era soltanto una. Non era forse un consiglio aperto? Cosa c’era da nascondere? Io lo comprendo perfettamente. Solo la fottuta paura del confronto.

Marco Marinaci

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