Nardò: il riconoscimento delle 5 vele, un momento per ripensare le politiche ambientali e lo sviluppo sostenibile del territorio

Ogni volta che arriva un riconoscimento dovrebbe essere il momento di riflettere e non solo di autocompiacersi per comprendere se la direzione intrapresa è quella più giusta o se invece si campa solo di rendita nella consapevolezza di aver intrapreso una direzione sbagliata. Il riconoscimento di Legambiente per Nardò non è una svolta ma quasi una consuetudine. E vi spieghiamo il perchè.

La Puglia conferma la sua vocazione al mare pulito. Parola di Legambiente e del Touring Club Italiano, che come tutti gli anni segnalano con le bandierine le località turistiche che si distinguono per mare pulito e servizi di qualità. Nardò è tra le località pugliesi che Guida Blu consiglia di visitare per paesaggi, accoglienza turistica, fondali particolarmente interessanti, luoghi d'interesse storico-culturale e pulizia del mare e delle spiagge.

“È un riconoscimento - ha spiegato tronfio Pippi Mellone - all’intero distretto dell’Arco Jonico Salentino e al buon lavoro corale di questi anni, al mare cristallino della nostra meravigliosa costa, al paradiso naturalistico del parco di Portoselvaggio, alle eccellenze archeologiche. Un riconoscimento alle politiche di tutela e valorizzazione della mia amministrazione e, in particolare, al lavoro dell’assessore all’Ambiente Mino Natalizio. Un premio ambìto che è anche una svolta dal punto di vista turistico”. 

Parlare di svolta sul piano turistico ci pare fantasioso. Per varie ragioni. Innanzitutto chi lo ha preceduto non ha certo demeritato. Anzi l'assessorato all'ambiente è stato affidato per diversi anni allo stesso assessore: Natalizio ricopre la carica da così tanto tempo da considerarsi una sorta di tecnico. Il sindaco era Antonio Vaglio, a capo dell'amministrazione per ben 13 anni. Ebbene Antonio Vaglio ha fatto letteralmente incetta di riconoscimenti. Ecco l'elenco:

Guida Blu 2007: Salento, 5 Vele a Nardò, 4 Vele a Salve. Anche in questa iniziativa il Salento è protagonista: Nardò, nella edizione 2007, conquista le 5 Vele ed il 6° posto assoluto. 

Guida Blu 2008: Salento, 5 Vele a Nardò,
Anche in questa iniziativa il Salento nel 2008 è protagonista: Nardò, in questa edizione conferma le 5 Vele e sale al 5° posto assoluto,
 
Guida Blu 2009: Le 5 Vele sono assegnate a 13 località, 3 in più rispetto allo scorso anno. Al primo posto resiste l’Isola del Giglio, ancora in vetta grazie alla sostenibilità, alla tutela dell’ecosistema terrestre e all’attenzione verso verde pubblico e raccolta differenziata. Al secondo posto tre località del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Riomaggiore, Vernazza e Monterosso, per l’equilibrio virtuoso tra business e protezione di un paesaggio creato dall’uomo e senza uguali. In terza posizione Domus de Maria, in provincia di Cagliari, che spicca per l’efficacia del progetto di salvaguardia delle dune. A seguire 4) Pollica (Sa) 5) Capalbio (Gr) 6) Castiglion della Pescaia (Gr) 7) Nardò (Le) 8) Baunei (Og) 9) Ostuni (Br) 10) Isola di Salina (Me) 11) Noto (Sr) 12) San Vito lo Capo (Tp) e 13) Posada (Nu)
 
Guida Blu 2010...Le località premiate con le Vele di Legambiente 2010. Sardegna fermamente al timone, Puglia e Toscana a “gonfie vele”, bene Campania e Sicilia. Sono 14 le località dove sventolano 5 vele, il massimo: Pollica, Cinque Terre, Ostuni, Capalbio, Castiglione Della Pescaia, Nardò, Capraia, Salina, San Vito lo Capo, Bosa, Baunei, Noto, Posada, Otranto.
 
E ancora Guida Blu nel 2013 in cui Nardò e il suo mare raggranellano ancora una volta l'ambito riconoscimento.
 
Erano anni in cui la nostra Città si distingueva per aver attuato una forte politica contro l'abusivismo edilizio costiero e per i severi criteri di compatibilità ambientale per le concessioni demaniali costiere. Il fatto di ricevere l'ambito riconoscimento per la terza volta consecutiva - dichiarò Vaglio in una delle tante occasioni - ci spinge ad andare avanti, con ferma convinzione, nel cammino che abbiamo intrapreso di tutela dell'ambiente e del paesaggio come valori assoluti".
 
La chiusura della discarica di Castellino, la creazione di un piano antincendio e di fruizione sostenibile dell'area del Parco Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, uno dei gioielli naturalistici, paesaggistici ed archeologici del Salento, parte in quegli anni. Ed anche un no secco agli impianti eolici, che qualche buontempone aveva pensato bene di collocare in quel di Porto Selvaggio. E oggi se ne raccolgono ancora i frutti. Ma per quanto tempo ancora?
 
I parchi, le aree marine protette e le iniziative nel campo della gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti, della mobilità, del risparmio idrico ed energetico e della produzione locale di energia da fonti rinnovabili costituiscono per Legambiente chiari indicatori di merito. Il Parco di Portoselvaggio rappresenta un patrimonio inestimabile. La sfida di oggi, però, non è solo la conservazione della natura, ma anche la sua valorizzazione. La rete dei parchi e delle aree protette della nostra città non è mai divenuta volano economico e occupazionale. 
 
Al di là dei lustrini e dei fiocchetti occorre anche guardare a quello che non va. Come i ritardi nella definitiva chiusura e bonifica della discarica di Castellino, una bomba ad orologeria che attende ormai da anni la definitiva chiusura. Un'operazione che non riesce ad andare al di là della trita politica degli annunci, dei piani di caratterizzazione, quando invece la situazione è gravissima ed è una situazione di evidente stallo.
 
La cementificazione del bosco primigenio della Sarparea è una ferita inferta al territorio prima avversata aspramente dalla Regione e poi successivamente approvata con una modifica rispetto al progetto iniziale che non cambia la sostanza del progetto. La giunta comunale di Nardò, retta dal sindaco Pippi Mellone, ha approvato il piano di lottizzazione in questione, definendo l’ok al complesso residenziale proposto dagli investitori britannici e dall’amministratore unico di Oasi Sarparea srl, Alison Deighton. Una svolta in senso negativo per quanto concerne l'idea stessa e virtuosa di "consumo zero di suolo" e di una rigenerazione urbana che è rimasta lettera morta.
 
L'inquinamento del Canale Asso che va a finire dritto dritto in mare e la condotta a mare con il divieto di balneazione all'altezza di Torre Inserraglio disegnano un quadro tutt'altro che roseo. L'espressione "Scarico zero” è un’espressione impropria che insieme con il riuso in agricoltura pare davvero ad oggi una chimera. 
 
Il desiderio spasmodico da parte di questa amministrazione di realizzare un mega impianto di compostaggio, praticamente un'altra discarica nel sito bonificato di Pendinello è un'offesa all'intelligenza ma anche alla capacità di sopportazione della comunità neritina, ancora ferita dalla piaga Castellino. Il buon senso vorrebbe che si chiudesse una discarica prima ancora di aprirne un'altra.
 
Un altro problema rilevante è dato dalla cronica assenza di infrastrutture. Sul territorio vi è un solo albergo, (Insieme ad un'altra struttura alberghiera di piccole dimensioni) accanto ad una miriade di b&b e case vacanze che il più delle volte lavorano senza alcun controllo. Il porticciolo di Santa Caterina a due passi dalla spiaggia non ha alcun senso, un'area portuale degna di tal nome non è prevista ad oggi nemmeno sulla carta. L'ultimo studio redatto da esperti avrebbe localizzato nella marina di Sant'Isidoro il luogo ideale per realizzare un Porto. Diporto, sport nautici, diving, minicrociere di escursione, le potenzialità del settore sono enormi. A patto di individuare un'area in cui realizzare  un moderno porto turistico, valido per una vasta tipologia di unità da diporto anche di rilevanti dimensioni. Sarebbe un'opportunità di sviluppo per un territorio sempre alla ricerca di gap da colmare.
 
 
 
 
 
 
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