Carlo Salvemini: “Il nuovo Pug deve garantire la crescita della qualità della vita diffusa, rispondendo ai bisogni di chi vive, investe e lavora a Lecce”

Il nuovo Piano Urbanistico Generale è il progetto che accompagnerà la crescita della città Lecce dal punto di vista economico, sociale e culturale. Per questo deve partire da studi rigorosi, dati aggiornati e proiezioni affidabili, disegnando un’idea di futuro concreta e condivisa dai cittadini. L’obiettivo prioritario del Piano è garantire, per gli anni successivi alla sua approvazione, in un’ottica di medio-lungo periodo, la crescita della qualità della vita diffusa, investendo sullo spazio pubblico e rispondendo ai bisogni di chi vive, abita, investe, lavora a Lecce.  
 
“ Il Pug parla alla vita delle persone, evoca il futuro della città nel medio e lungo periodo, segna una discriminante tra le offerte politiche programmatiche dei candidati – ha dichiarato  Carlo Salvemini - È uno di quei temi sui quali si definiscono profili, voci, contenuti, vocabolari, linguaggi. Io con Alessandro e con tutta la coalizione prendiamo posizione. Sul Pug oggi abbiamo detto cosa vogliamo fare. Non ci camuffiamo non ci nascondiamo, perché pensiamo sia un dovere di chi si candida al governo della città definirsi per farsi riconoscere ed eventualmente scegliere. Attraverso il nuovo Pug sottolineiamo qualcosa che per noi è scontato ma che è necessario ribadire: la città è di tutti. Di tutto le persone che vivono, abitano e lavorano a Lecce i cui bisogni per noi diventano il centro della pianificazione urbanistica”. 
 
“ Il Pug è uno strumento fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale, uno strumento bloccato per 14 anni dalle passate amministrazioni e che oggi abbiamo il dovere di avviare – ha aggiunto Alessandro Delli Noci  - I ritardi nell’approvazione del Pug hanno creato gravi danni alla città da un punto di vista sociale, costringendo per esempio tante coppie a cercare alloggio economicamente più vantaggioso fuori da Lecce. L’assenza di una pianificazione del commercio ha creato problemi alle piccole attività di vicinato, sostituite dai grandi ipermercati senza poter in nessun modo essere ascoltate. Come ho già avuto modo di dire, nei 18 mesi di governo abbiamo lavorato all’atto di indirizzo del PUG. Un lavoro interrotto proprio da chi non aveva interesse che si giungesse ad una svolta importante per Lecce e per i leccesi. Da lì ripartiremo se saremo noi a governare, restituendo protagonismo a tutti i portatori di interesse che sono, di certo e a più livelli, i cittadini stessi”.
 
Sedici anni, un milione e un Piano (ancora) da costruire
 
Se Lecce non ha ancora un Pug è per l’incapacità delle amministrazioni precedenti di definire una sintesi chiara di quale assetto dovrà avere la città nei prossimi anni. Tra il 2003 e il 2016 il Comune di Lecce ha coinvolto due università, ha accumulato studi e ricerche, speso risorse per oltre 1 milione di euro, senza mettere a fuoco in modo consapevole il passato e il futuro. 
Ancora oggi non ci è dato sapere se quattordici anni sono trascorsi invano per divergenti idee di futuro o inconciliabili mediazioni tra portatori di interessi.
 
Nel 2003 la giunta Poli avviò la redazione del Pug coinvolgendo l’Università di Napoli. Nel 2005 adottò il Documento Programmatico Preliminare senza arrivare alla stesura finale. Nel 2011 la Giunta Perrone scelse di annullare tutto e ripartire da zero, avviando la collaborazione con l’Università di Genova, e nel 2012 adottò il nuovo DPP. Nel 2017, 5 anni dopo, propose al Consiglio comunale l’adozione Pug per aprire la fase delle osservazioni dei cittadini durante la campagna elettorale. Una scelta pericolosa, anche perché il Piano era viziato da numerose carenze conoscitive, in primis l’assenza del parere vincolante e obbligatorio dell’Autorità di Bacino. Sulla base di queste evidenze l’amministrazione Salvemini ha ritirato la delibera, ha effettuato una ricognizione del lavoro svolto, chiesto ed ottenuto un co-finanziamento regionale per completare il Piano, proseguito l’approfondimento degli studi geologici, avviato progetti urbanistici per le marine con la rigenerazione, portato avanti il Piano Coste.  L’amministrazione Salvemini era pronta a far ripartire il lavoro, tenendo salvo il DPP della precedente e integrandolo delle carenze e individuando i nuovi obiettivi politici. Si sarebbe proceduto con un programma di coinvolgimento della cittadinanza e un bando pubblico per l’assegnazione dell’incarico di chiusura del Piano. Perché tutti potessero sentirsi coinvolti e misurarsi. Il lavoro è stato interrotto, nella prossima amministrazione siamo pronti a continuarlo e raggiungere l’obiettivo. 
 
Un Pug condiviso con la città 
 
Solo se sarà condiviso con i cittadini il Pug assolverà alla sua funzione: attivare un percorso di crescita collettiva della città. Per questo ripartirà con una gara di evidenza pubblica ed in modo partecipato, coinvolgendo ogni quartiere e professionisti, imprese e università con incontri pubblici e laboratori aperti per mettere insieme bisogni, aspettative, desideri ed energie, ed utilizzando il contributo regionale ottenuto per la redazione.
 
 
Gli obiettivi del Pug
 
Lecce coesa con l’hinterland e al suo interno, tra i quartieri. Lecce è il cuore di un territorio abitato da più di 200mila persone. Ogni giorno è vissuta da tante persone residenti nell’hinterland che in città studiano, lavorano o vengono per svago o per fare acquisti. Il Pug servirà a condividere accessi semplificati alla città e un sistema di trasporto pensato a scala extraurbana. Un piano dei quartieri servirà anche a ridurre le distanze fisiche e sociali Nella città, pianificando le infrastrutture primarie e servizi innovativi per eliminare le barriere che li separano. 
 
La città è lo spazio pubblico. Il Pug ci aiuta a pensare lo spazio pubblico mettendo al centro le persone. Lecce sarà una città in cui è meno difficile e faticoso spostarsi e svolgere le attività quotidiane. Piazze, strade e parcheggi, percorsi e fermate del bus, parchi, giardini pubblici, infrastrutture primarie e attrezzature collettive, in molti casi negano diritti di cittadinanza perché mal funzionanti o non accessibili. Il nuovo Piano, invece, dovrà assegnare agli spazi pubblici in rete tra loro il ruolo di ossatura portante che disegna la città, capace di garantire la vita collettiva con piena e confortevole accessibilità per tutti ai luoghi e i servizi. 
 
 
Le sfide da affrontare
 
Ci sono aree della città che sono accomunate da condizioni di congestione urbana, inaccessibilità, vulnerabilità urbane ed ambientali, situazioni di abbandono e degrado. Il Piano dovrà assegnare ad esse priorità di intervento, per rigenerarle sciogliendo i nodi che non consentono di liberarne le potenzialità. 
 
Il Centro storico, nuovi legami con la città. Il centro storico è patrimonio di tutti i leccesi. Il Piano dovrà definire nuovi legami della città antica con il resto della città, utilizzando le aree limitrofe con funzione “cuscinetto” e servizio, per ridurre volume e sosta delle auto, migliorare i servizi di carico e scarico per gli esercizi commerciali e per la raccolta differenziata. All’interno del centro storico il Pug favorirà i cambi di destinazione d’uso e i processi di rigenerazione degli immobili, rispettando le tutele e salvaguardando la presenza di più funzioni: residenza, cultura, commercio, accoglienza turistica e attrezzature. Garantirà vitalità ai piani terra di vicoli e piazze, favorendo una offerta diversificata: dal commercio di prossimità a nuove botteghe artigianali e del design a spazi per la creatività. Il Piano dovrà garantire ai commercianti che oggi vivono nell'incertezza della natura della propria licenza una possibilità di riconversione, nel rispetto degli standard igienici ed urbanistici e delle esigenze dei residenti.
 
Lecce è il suo mare: le marine nel futuro di Lecce. Tutte le marine possono essere quartieri della città.  Il Piano dovrà valorizzare i 6 siti naturalistici di interesse comunitario e tutti i beni ambientali e culturali della costa, per restituire decoro, bellezza e sicurezza idro-geomorfologica. La strada indicata è quella del Piano delle Coste e dei progetti finanziati dalla Regione per Frigole ed Acquatina: attrattori naturali, eliminazione di immobili fatiscenti, creazione di spazi pubblici, servizi, percorsi e parcheggi, usi demaniali diversificati: balneari, naturalistici, sportivi e culturali. Nel Pug occorre definire nuove strutture ricettive sostenibili,  approdi a Frigole e San Cataldo,  riconvertire alcune aree edificate a ridosso delle dune, oggi troppo vulnerabili. Sere recuperare spazio e creare occasioni per nuovi servizi turistici: infrastrutture balneari con più spazio verso il mare, chioschi e servizi commerciali per la ristorazione, attrezzature sportive e campeggi sostenibili.
 
Una area grandi eventi. Lecce ha bisogno di un nuovo attrattore per rispondere alla domanda di grandi eventi musicali che oggi gravano sul centro città per assenza di adeguati spazi attrezzati; per intercettare il filone del turismo congressuale; per dotarsi di un spazio fieristico adeguato alternativo a quello situato oggi a Piazza Palio. Uno spazio attrezzato e flessibile, ben inserito nel paesaggio, dove tenere concerti, spettacoli, manifestazioni e fiere espositive con per attrarre visitatori su scala nazionale ed europea. 
 
Una nuova “porta” della città: l’ingresso da Brindisi. Dopo aver recuperato Mura Urbiche ed Agostiniani, abbiamo un nuovo prezioso “biglietto da visita” per chi arriva a Lecce, che bisogna valorizzare. Il Piano dovrà ridefinire l’accesso in città da Brindisi, migliorando il sistema viario, realizzando nuovi parcheggi di interscambio efficienti, valorizzando le possibilità di spostamento in bici e in bus e le visuali delle Mura della città. L’obiettivo è ricucire le fratture tra viale Porta d’Europa, via Calasso e viale Ugo Foscolo (oggi unite da una sola rotatoria spesso congestionata) e valorizzare il percorso turistico-culturale che tiene insieme Mura Urbiche e Agostiniani, il Cimitero Monumentale, il Parco di Belloluogo e le sedi Universitarie. 
 
L’altra nuova porta: il quartiere ferrovia. Il Parco delle Cave e il ribaltamento della stazione ferroviaria impongono il ripensamento di edifici e spazi vuoti lungo la ferrovia, tra i binari e le vie Don Bosco e di Ussano. Occorre pensare alla stazione come una nuova Porta della città grazie alla quale rigenerare tutto il quartiere ferrovia, favorendo la creazione di un parco continuo da via Diaz a via San Cesario, teste di ingresso alla città e al parco con parcheggi di interscambio, residenze per studenti, edifici multifunzionali per nuove manifatture e turismo, piccolo commercio e attrezzature sportive.
 
 
Le strategie di rigenerazione 
 
Dismettere l’abbandono invece di espandere la città. La città non si trasforma più per espansione, consumando ancora suolo e risorse, si modifica rigenerando se stessa, riconvertendo gli edifici e le aree che hanno perso la loro funzione originaria e sono in abbandono, in attesa di nuova vita. Il Piano dovrà mettere in atto un programma di censimento e mappatura periodica degli edifici pubblici e privati abbandonati e incentivarne il riuso con bonus volumetrici e cambi di destinazione d’uso compatibili con i quartieri dove collocati. Ambiti di rigenerazione prioritari saranno quei contesti urbani dove insistono numerose dismissioni: Borgo Pace e San Pio. 
 
Casa e Social housing. Sempre più giovani coppie, studenti e lavoratori, non rientrando tra i destinatari degli alloggi popolari, non riescono ad accedere al mercato immobiliare libero. Una tendenza che bisogna contrastare con nuove politiche abitative pubbliche e private per  promuovere l’inclusione e la coesione sociale. La rigenerazione del patrimonio edilizio esistente con incentivi ah hoc dovrà promuovere la realizzazione di edilizia sociale mista a residenza tradizionale, intercettando bisogni emergenti e domanda di residenze in affitto a canoni accessibili. L’obiettivo è rendere la città più attrattiva e accessibile per famiglie a basso reddito, mono-genitoriali e single, un obiettivo di interesse generale. 
 
Turismo. Per migliorare l’attrattività della città il Piano dovrà partire da una attenta analisi della domanda e offerta esistente e definire nuovi percorsi turistici in città, per consentire una permanenza maggiore da parte dei turisti che la visitano. Puntare sul patrimonio storico, archeologico, paesaggistico e rurale, valorizzare gli spazi espostivi e i centri di produzione creativa, puntare su un modello di accoglienza misto: ostelli di nuova generazione, agriturismi sostenibili, piccoli alberghi e b&b, riconvertendo immobili dismessi.
 
Una città accessibile. Insieme al PUMS avviato, il Piano dovrà porsi l’obiettivo di fare di Lecce una città accessibile e senza barriere. Promuovere la mobilità pedonale, ciclabile e condivisa, allargare la ZTL, incrementare le zone 30 nelle aree sensibili, favorire un sistema di parcheggi pubblici d’interscambio. La circonvallazione e la tangenziale devono diventare due grandi cinture verdi, che abbracciano la città. Una “green belt” urbana, la circonvallazione, con un progetto di riqualificazione con percorsi protetti e alberature.  Una green belt extraurbana, con un progetto di paesaggio per ridurre l’impatto ambientale di questa importante infrastruttura e farla diventare un anello di accesso alla città servita da parcheggi di interscambio attorno alle radiali di ingresso. 
 
Il Commercio come rigenerazione urbana. Il Documento strategico del Commercio, definendo il ruolo delle attività commerciali alla scala dei quartieri e della città, è un documento fondamentale da integrare al Pug. La nuova programmazione servirà a investire sul rilancio del piccolo commercio essendo stato saturato lo spazio della grande e media distribuzione. Il commercio sarà un elemento di rigenerazione dei quartieri, favorendo il ripopolamento di quartieri oggi svuotate di attività. Un piano condiviso con i cittadini e gli abitanti dei quartieri e con le associazioni dei commercianti rappresentative.
 
Promuovere la qualità dell'architettura. Nelle regole del nuovo Pug sarà favorita la pratica dei concorsi di progettazione per innalzare la qualità dell'architettura, lo spazio pubblico e il paesaggio. In applicazione alla legge regionale 14/2008 il Piano dovrà garantire incentivi sugli oneri per i privati che nei progetti di trasformazione intendono avvalersi della procedura del concorso di progettazione.
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