Nardò, Libertà di fede & Libertà di espressione, "Gli appelli e i post su FB o WA solo un patetico tentativo di offuscare la realtà"

"Viviamo o meglio dovremmo vivere in un paese nel quale la laicità dovrebbe essere considerato un bene universale. Viviamo o meglio dovremmo vivere in un paese nel quale nessun credo religioso dovrebbe imporre limiti alla libertà di espressione. Limitare il diritto di espressione favorisce i fanatismi, gli integralismi, la violenza e mina alla base la Democrazia. Limitare la libertà di espressione è prerogativa dei regimi totalitari".
 
Lucio Tarricone del centro studi Salento Nuovo con la consueta onestà intellettuale che gli è propria non le manda certo a dire:"Quanto sta accadendo in questi giorni nella nostra Città ha qualcosa di surreale. Il dibattito accesosi sull'affido dell'impianto sportivo di via Kennedy ad una associazione privata da parte dell'amministrazione comunale senza alcuna procedura di evidenza pubblica e le prese di posizione, anche dure, di associazioni e/o privati sulla questione hanno scatenato una sorta di “guerra santa”. Argomento del contendere: le critiche rivolte a sua eccellenza il Vescovo di Nardò, da parte di alcuni commentatori tra i quali la nostra Associazione, per non essere intervenuto a difesa del parroco e dei parrocchiani di S. Maria degli Angeli. Critiche legittime in un paese “normale”. Ma Nardò evidentemente non è un paese “ normale”. C'è chi pensa che indossare l'abito talare renda immuni da critiche e contestazioni e dia il diritto di offendere il prossimo impunemente. C'è chi pensa che la Chiesa e le sue diramazioni siano “proprietà privata” da usare a proprio piacimento in relazione della bisogna. Così non è. E per noi non lo sarà mai. Chi ritiene di essere stato offeso si può rivolgere alla magistratura. Gli appelli e i post su FB o WA sono solo un patetico tentativo di offuscare la realtà, di rifuggire dal confronto per cercare lo scontro, di raccontare la propria verità cercando di proteggere chi ha commesso eventuali mancanze sollevandolo dalle proprie responsabilità per screditare chi esercita il proprio diritto-dovere alla libertà di espressione. Senza peraltro entrare mai nel merito delle questioni, senza mai dare risposte alle domande poste. Nessuno è infallibile, nessuno è intoccabile. Non taceremo. Continueremo a raccontare le nostre verità, disponibili sempre e comunque al confronto. Ma non piegheremo la testa dinanzi ad alcuno. Se ne facciano una ragione
le anime belle e i pentiti dell'ultima ora. Un grande dell'informazione, Emilio Giannelli, scrisse in occasione della strage a Charlie Hebdo: “lo avevo sempre sospettato, ma ora ne ho avuto la conferma: la matita è un'arma, un'arma temuta, che con la carica del paradosso e dell'ironia colpisce con estrema precisione...................E allora.... tutte le matite del mondo sono chiamate a combattere questa guerra: la guerra dell'ironia contro i kalashnikov, la guerra della libertà contro l'integralismo, la guerra della ragione contro il terrore”.
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