Porto Cesareo, i senatori del movimento 5Stelle hanno presentato un'interrogazione riguardante un fabbricato di proprietà del magistrato Elsa Valeria Mignone

I senatori del Movimento 5Stelle Emanuele Dessì, Agostino Santillo, Alessandro Riccardi, Patty L’Abbate, Primo Di Nicola, Arnaldo Lomuti, Maria Domenica Castellone hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Su di un fabbricato di proprietà di un magistrato: Elsa Valeria Mignone.

 

“Premesso - si legge nell'interrogazione - che il Comune di Porto Cesaraeo, il 28 giugno 2018, ha affisso all’albo pretorio “Avviso di pubblicazione domanda di concessione demaniale marittima” relativamente alla richiesta della dottoressa Elsa Valeria Mignone, presentata per conto proprio e degli altri soggetti interessati, tesa ad ottenere il rilascio della concessione per un’area demaniale marittima di circa 42,60 metri quadrati, in località Scalo di Furno-Bacino grande, allo scopo di mantenere una porzione di fabbricato a tre piani e relativo giardino di pertinenza considerato che, per quanti risulta agli interroganti, la richiedente a tutt’oggi è proprietaria dell’immobile costruito in parte su suolo demaniale, la proprietaria stessa in data 6 novembre 2018 ha inoltrato, alla Capitaneria di porto di Gallipoli, alla Direzione regionale Puglia e Basilicata dell’Agenzia del demanio, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Provveditorato di Bari (ufficio genio civile), una richiesta di sollecito alla conclusione dell’istanza di sdemanializzazione presentata con nota del 21 dicembre 1978 e acquisita in pari data al protocollo della Capitaneria di porto di Gallipoli; considerato inoltre che, per quanto risulta si apprende dalla richiesta di sollecito che dopo 41 anni si insiste ancora nell’ottenere la sdemanializzazione risulta che l’immobile, costruito all’interno del sito archeologico di Scalo di Furno-Bacino grande, area di grande pregio ambientale sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, disti 76 metri dal nucleo centrale del sito stesso e 13 metri dal mare”. Gli interroganti evidenziano: “Alla dottoressa Mignone, procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Lecce preposta, tra l’altro, al perseguimento dei reati ambientali si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti sopra esposti; se, nell’ambito delle proprie competenze, vogliano valutare l’opportunità di adottare iniziative in relazione a quanto descritto; se e quali iniziative, nei limiti delle proprie attribuzioni, intendano assumere, al fine di arrestare il fenomeno dell’abusivismo edilizio e della cementificazione selvaggia, che arreca gravi danni al territorio, all’ambiente, alla convivenza civile e al concetto stesso di legalità”.

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