A Cutrofiano, nella Giornata della Memoria, la proiezione del film che racconta i murales di Santa Maria Al Bagno, "In Alto" rievoca le vicende avvenute dal 1943 al ’47, quando nel Salento furono allestiti diversi campi profughi

Cutrofiano, in provincia di Lecce, continua Daimon*19 rassegna di spettacoli, incontri e proiezioni organizzata dalla cooperativa 29noveLunedì 28 gennaio nelle Scuderie Palazzo Filomarini (ore 18.30, ingresso libero) appuntamento con la proiezione di In alto, mediometraggio per la regia di Salvatore Negro che racconta una bella storia di accoglienza. Prodotto da Libreria Nostoi di Gallipoli, associazione P.ETRA di Cutrofiano e Agenzia per lo spettacolo Cortese Management di Roma, l'evento rientra nel calendario di appuntamenti che celebrano la Settimana della Memoria. Il film rievoca l’episodio storico che coinvolse il Salento dal 1943 al ’47, cioè quello dei campi profughi che furono allestiti sia sul versante jonico che su quello adriatico. In particolare il campo profughi n°34 di Santa Maria al Bagno (Nardò) che fu modello di organizzazione e di spirito di accoglienza da parte dei cittadini neretini. Un profugo rumeno realizzò in un casolare tre murales, oggi restaurati e custoditi nel Museo della Memoria e dell’accoglienza della città. Per questa bella pagina di civiltà dimostrata dai neretini e dai salentini che seppero accogliere al meglio i profughi di guerra, nel 2005 il Presidente della Repubblica Ciampi conferì alla città di Nardò la medaglia d’oro al valor civile. "Quell’episodio, che dopo l’armistizio del ’43, portò qui nel Salento migliaia di profughi di guerra: slavi, rumeni, polacchi per lo più di religione ebraica, provocò tra i cittadini del posto, una vera e propria mobilitazione popolare per aiutare quella gente che arrivava dalla miseria, disperazione, dittatura" dice il regista "Le stesse ragioni per le quali oggi migliaia di profughi sbarcano sulle coste del sud Italia, è cambiata la geografia, ma le ragioni di fondo sono le stesse". In serata anche la presentazione del libro di Donato Maglio "Olocausto tra le immagini".
 
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