Nardò, incarichi legali in affidamento diretto, l'avvocato Paolo Gaballo replica allo schieramento di opposizione. "L'incarico? E' stato conferito dall'ambito territoriale sociale n° 3"

Dopo la segnalazione da parte dello schieramento di opposizione che ha evidenziato la scelta da parte del comune di Nardò di affidare tramite assegnazione diretta e senza bando ad evidenza pubblica ad un legale incarichi per circa 90 mila euro, buon ultimo un incarico di ben 22 mila euro, riceviamo e pubblichiamo l'intervento del legale chiamato in causa.

L'avvocato Paolo Gaballo a tutela della sua immagine professionale, precisa quanto segue. "Non corrisponde al vero che, con la determina dirigenziale n. 1241 del 18.12.2018, il Comune di Nardò mi avrebbe conferito un incarico professionale. Invero, l’incarico è stato conferito dall’Ambito territoriale sociale n. 3. (L'ambito è un consorzio di cui fa parte il comune di Nardò che è il comune capofila e quindi il dirigente in questione è lo stesso dirigente al bilancio del comune di Nardò n.d.r. ).  

"Non è, altresì, vero - continua Gaballo - che il suddetto incarico, di importo pari ad € 22.616, sarebbe frutto di un solo contenzioso, poiché, invece, riguarda due contenziosi, come si legge nella stessa determina dirigenziale n. 1241/2018. Detto importo, peraltro, è stato quantificato in base ai parametri minimi di legge ed include l’IVA del 22% e la cassa avvocati del 4%, che, com’è noto, vanno versate allo Stato ed alla Cassa Nazionale Forense".

"Non corrisponde al vero neanche l’assunto che il sottoscritto avrebbe ricevuto dal Comune di Nardò incarichi pari ad € 99.192, poiché da tale somma vanno detratti i citati € 22.616, le spese vive sostenute, anche di trasferta, i contributi unificati e tutte le somme stanziate a titolo di I.V.A. e Cassa avvocati, residuando pertanto una somma nettamente inferiore. Senza considerare le spese legali che spettano al Comune di Nardò nelle cause in cui è risultato vittorioso con condanna delle controparti al pagamento delle spese di lite, oltre accessori di legge".

"Tanto dovevo, - conclude - auspicandomi che non vengano nuovamente diffusi comunicati stampa con notizie errate sulla mia attività professionale, risultando, in caso contrario, costretto a tutelarmi nelle sedi opportune".

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